Latte materno: sempre adeguato

Latte materno: sempre adeguato

L’ennesima notizia allarmistica sugli inquinanti nel latte materno mi dà lo spunto per parlare di questo fantastico tessuto liquido e della sua irraggiungibile qualità.

Questa volta hanno analizzato il latte umano e vi hanno trovato tracce di microplastiche, quel “particolato” microscopico che ormai pervade tutto l’ambiente e penetra nei tessuti di tutti i viventi, grazie alla nostra dissennata insistenza a voler usare queste materie sintetiche, magari mettendoci la coscienza a posto perché “riciclate” (ma il riciclo, se pure può minimamente ridurre la quantità di plastica, non riduce la sua trasformazione in microplastica che inquina ovunque).

Ma perché sempre si punta il dito sul latte umano, una delle sostanze più preziose (anzi la più preziosa) per la salute dei bambini?

Il latte umano come indicatore ambientale

Ogni volta che c’è qualche allarme (pesticidi, additivi, interferenti endocrini, sostanze radioattive e ora le microplastiche) si va subito ad analizzare il latte materno per vedere se sono finite lì, senza riguardo per l’impatto emotivo e culturale che questa operazione può causare nei comportamenti delle madri che stanno allattando, inducendole magari a passare alla formula, che viene presentata come “più sicura”. Analizzare il latte materno sembra la cosa più pratica da fare: si trovano facilmente madri disposte a dare il loro campione per sapere se il loro latte è “buono”; non bisogna bucare la pelle come nei prelievi di sangue; è più immediato, significativo e semplice dell’analisi del capello che non rivela che alcuni inquinanti; e non è imbarazzante come analizzare, per dire, lo sperma, che sarebbe altrettanto indicativo ma è disdicevole e minaccia il tabù della bontà del seme maschile.

Utilizzare il latte come indicatore di inquinamento biologico è corretto dal punto di vista scientifico, ma il problema è l’uso che si fa di questo dato, perché sposta l’attenzione sulla presunta nocività del latte della mamma, invece di puntare il dito sulle fonti di inquinamento che sarebbero da eliminare.

E per l’occasione, magari si fa anche la conta dei nutrienti rinvenuti nel campione di latte, e immancabilmente si trova qualcosa di “carente”, che spingerà la madre, fra dubbi di tossicità e timori di affamare il proprio figlio, a passare alla formula, con la benedizione delle aziende produttrici.

Gli studi in realtà mostrano che perfino quando c’è un grave inquinamento ambientale, il latte materno, anche se porta tracce di inquinanti, risulta preferibile a qualsiasi formula, perché nel latte stesso ci sono fattori che riducono i danni di questi inquinanti, oltre a così tanti altri benefici di salute da far pendere dalla sua parte con decisione l’ago della bilancia.

Per approfondire questo tema, leggete questo articolo.

La vicenda dell’analisi casalinga

Analizzare il latte per vedere se “è buono” vanta una lunga tradizione, purtroppo basata su idee infondate. Infatti si tratta di un metodo che non consente risultati affidabili, se basato su un singolo prelievo; inoltre non si può confrontare rigidamente il latte con uno standard, perché la sua composizione è variabile: infatti è personalizzata su quel particolare bambino che poppa. Su questo argomento, potete leggere questa FAQ.

È di qualche anno fa il lancio sul mercato di un kit per verificare a casa se il proprio latte sia adeguato, e persino di identificare con precisione quali nutrienti mancherebbero e in quale quantità. Lo si pubblicizzava infarcendo di termini altisonanti come “scienza”, utilità”, “progresso”. Vi suona familiare?

Purtroppo certe cose hanno facile presa sulle mamme già rese ansiose da informazioni errate, commenti squalificanti e critiche autorevoli.

La “cosa” che si cercava di commercializzare non aveva nessun requisito scientifico. Il latte materno non è una sostanza che si possa raccogliere in modo standardizzabile, perché muta di giorno in giorno e di momento in momento, quindi da una analisi di un piccolo campione non si può trarre alcuna conclusione. Non ci sono criteri standard di analisi né metodi per evitare di essere influenzati dalle proprie aspettative. Questa non è scienza, ma tecnologia. Anzi un cattivo uso della tecnologia.

(Nota bene: studi che analizzano le componenti del latte umano esistono, ma certo non si basano su uno stick! Si tratta di lavorare su un numero elevatissimo di campioni miscelati insieme, e ricercare un numero enorme di sostanze con metodi complessi di analisi).

Per quanto riguarda il discorso conflitti di interesse, vado alla voce UTILE. A chi? alle mamme? ai bambini? Ma poi si svela il mistero quando si legge che con il test, che potrà venire incluso in omaggio dentro la confezione di artificiale, si potrà misurare “con esattezza” quanti nutrienti assume il bambino, in modo da integrare con la formula artificiale se necessario… ed ecco svelato l’arcano, a chi serviva questo test. Si circuiva la mamma che stava dando un’aggiunta perché (generalmente) mal consigliata, oppure perché il suo allattamento era ostacolato e nessuno le aveva mostrato come superare le difficoltà; nella scatola di formula trovava il test e subito presa dall’ansia lo effettuava per scoprire, inevitabilmente (come non può che essere, con un campione casuale di latte), che il suo latte mancava di qualche cosa. E vai di artificiale. Ecco a chi era utile quello strumento, che per fortuna sul mercato è stato un magnifico flop.

Latte “biotech”?

In questa epoca arrogante e delirante (Hubris, direbbero gli antichi), in cui la scienza, da umile e paziente esploratrice della realtà, si è fatta strumento della presunzione di chi pensa di potersi sostituire a Dio o alla Natura ed essere pronto a ingegnerizzare e fabbricare persino tessuti viventi, si fa strada una nuova idea distorta e perversa: quella di fabbricare il “sangue bianco”, l’oro liquido che le madri da milioni di anni producono dal loro seno per nutrire ed accudire meravigliosamente i loro piccoli.

Un’idea del genere è del tutto insensata. Non solo perché le componenti non nutritive del latte umano, che sono centinaia, non sono certo facilmente ingegnerizzabili e includibili tutte ma ci si limiterà ad imitare la parte nutritiva includendo qualche componente di grido come gli oligosaccaridi o gli acidi grassi a catena lunga (se ci riescono); ma anche perché molte componenti del latte umano sono tutt’ora sconosciute. E vogliamo parlare della parte vivente del latte materno, cioè le cellule vive del sistema immunitario, nonché il microbioma, che non fa nemmeno tecnicamente parte del genoma umano?

Tuttavia questa idea è comoda a chi è in crisi con le grandi catene produttive che propongono prodotti sempre meno convincenti e salutari: l’industria zootecnica, con le sue carni di allevamento nate dalla sofferenza di animali allevati in batteria e imbottiti di farmaci, e quella casearia con sottoprodotti del latte ovino e bovino che sempre più a fatica si riesce a spacciare come adatto agli umani.

E allora, invece di volgersi verso cibi più salutari per l’uomo, e di proteggere e sostenere l’allattamento al seno, che la stragrande maggioranza delle donne e dei bambini sono in grado di effettuare se non vengono ostacolati in ogni modo, ecco che si propone il prodotto all’ultimo grido: latte prodotto da animali geneticamente modificati per farlo “simile a quello umano”.

Basta che non smettano di comprare!

Il latte “acquoso”

Una conseguenza frequente delle analisi del latte è che venga fuori che quest’ultimo è “poco nutriente”. Questo è un mito radicatissimo nella nostra cultura, l’idea che con il passare dei mesi il latte divenga “acqua” (in effetti il latte diviene invece più calorico dopo l’anno). L’idea della scarsa sostanza si poggia in parte sul marketing delle industrie, in parte sul fatto che l’aspetto del latte umano è simile al latte di mandorla, cioè meno denso e bianco di quello di mucca pastorizzato; e dove c’è ignoranza si supplisce con i pregiudizi e i luoghi comuni. La parte grassa del latte, quella che gli dà un aspetto più “cremoso”, dipende dal riflesso di discesa del latte, che viene facilmente inibito se c’è imbarazzo o ansia; quindi come possiamo immaginare anche mentre si fa l’ansiogeno “test” per analizzarlo.

Il latte è specie-specifico, cioè ogni specie mammifera ha il latte adatto per i suoi cuccioli.

il latte umano non è poco o troppo nutriente: è nutriente il giusto per la specie umana, si digerisce rapidamente e quindi la fisiologia dell’allattamento dei cuccioli umani, che sono una specie a contatto continuo, si basa su tante piccole poppate frequenti.

Comunque, tanto per la cronaca, la parte “acquosa” del latte contiene:

  • tutti gli anticorpi
  • cellule vive del sistema immunitario
  • fermenti vivi (probiotici) che andranno a costituire il suo microbioma
  • oligosaccaridi per nutrire questo microbioma
  • fattori antitumorali
  • il lattosio, cioè lo zucchero del latte, che serve allo sviluppo cerebrale del bambino
  • il ferro, e la transferrina per il suo assorbimento
  • vari enzimi e alcune vitamine idrosolubili
  • neurotrasmettitori
  • fattori di crescita del sistema nervoso e dell’epitelio intestinale
  • ecc. ecc…

e sì, certo, anche l’acqua!

Conclusioni

Esistono studi che mostrano come, persino in casi estremi di lavoratrici esposte a sostanze chimiche pesanti (diossine e simili), il loro latte risultava ugualmente, sebbene in parte contaminato, meno dannoso di alternative “sicure” ma formulate, in quanto il latte materno fresco contiene fattori che limitano o neutralizzano numerose sostanze tossiche, o compensano comunque con gli effetti benefici di altri componenti non nutritivi.

L’intero concetto di voler “individuare il giusto quantitativo di latte materno da dare ai bambini e come integrarlo a quello artificiale, in modo da nutrire i neonati correttamente” è aberrante e denota una profonda ignoranza della fisiologia della lattazione. La stessa idea che il latte possa non essere adeguato in sé è un concetto irreale e fuorviante. Un test o un’analisi del latte che mostri un latte carente di qualcosa, prova solo una cosa: che quell’analisi non è corretta.

Se si investisse invece nella formazione del personale sanitario e delle famiglie, in modo da praticare un allattamento esclusivo e a richiesta, non ci sarebbe bisogno di andare a verificare alcunché sulla bontà del latte, dato che i problemi di allattamento sarebbero prevenuti a monte.

La bontà del latte è inevitabile, gli studi seri ci sono, fatti anche su campioni di madri gravemente denutrite, e persino in quei casi il latte materno è “abbastanza” adeguato. Nelle madri lievemente denutrite, il latte è ugualmente nutriente che nello standard delle madri sane e ben nutrite.

Messaggio per i genitori

Cari genitori, care mamme. Se volete sapere se il vostro allattamento sta andando bene, non guardate il vostro latte, non guardate il vostro seno, non guardate l’orologio, guardate il vostro bambino. Se cresce adeguatamente (tabelle OMS) e mostra di essere in buona salute, e bagna 5-6 pannolini al giorno di pipì, andando di corpo abbondantemente (3-4 volte al giorno le primissime settimane, poi anche ogni qualche giorno), allora sappiate che chiunque parli di inadeguatezza del vostro latte sta solo cercando di vendervi qualche cosa.

Se siete in dubbio o qualcuno sta mettendo in dubbio la qualità del vostro latte, e avete bisogno di approfondire l’argomento, potete contattarmi per una consulenza.

Antonella Sagone, 3 luglio 2022

One thought on “Latte materno: sempre adeguato”

  1. Lorena ha detto:

    Complimenti Antonella Sagone. Le sue parole aiutano cuore e mente delle mamme che stanno allattando. Perché non è mai facile farlo senza pregiudizi e pareri,non richiesti,inutili e anzi fuorvianti
    Purtroppo c’è ancora troppa ignoranza.
    Come dice lei bisogna investire nella formazione del personale sanitario e soprattutto dare tanto tanto supporto ai genitori, dare le giuste indicazioni e secondo me, puntare molto sulla pubblicità cioè da parte magari del ministero della salute di pubblicizzare tanto l’allattamento e tutto ciò che di bello sta attorno a questo gesto d’amore naturale…
    Inoltre le volevo anche dire,a proposito di gente che parla senza sapere quello che dice, senza basi scientifiche ecc, e le atrappo anche un sorriso, che a me hanno detto ,visto il caldo, io sono accaldata e il latte diventa avariato e fa vomitare la mia bambina
    Un saluto e complimenti ancora. Sto anche leggendo uno dei suoi libri!
    Lorena

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