Allattare: l'importanza di una posizione comoda
Per chiunque si occupi di allattamento, è chiara l’importanza di una posizione confortevole per allattare.
Una posizione scomoda o errata non soltanto può causare dolori muscolo-scheletrici alla madre, ma può rendere difficile al bambino attaccarsi bene al seno, succhiare con efficacia ed ottenere quindi un apporto adeguato di latte.
Un attacco inadeguato del lattante inoltre ha come ulteriore conseguenza per la madre dolore alla suzione e spesso lesioni (ragadi), una delle cause principali di abbandono precoce dell’allattamento.
Ecco perché lo studio delle posizioni di allattamento e dei suoi effetti può essere un tema degno di approfondimento e di particolare attenzione.
Questa ricerca ha preso in esame 310 donne in età fertile e in corso di allattamento, e ha indagato, oltre alle informazioni di base (età, stato socioeconomico, multiparità ecc), i dettagli sulle posizioni di allattamento assunte, la frequenza con cui venivano cambiate, e l’eventuale presenza di dolore cervicale legato all’allattamento.
La stragrande maggioranza delle donne intervistate ha riferito di usare in prevalenza (94%) la posizione di allattamento classica (cosiddetta «a culla»), e oltre la metà (51,7%) delle donne riferiva un dolore cervicale, moderato nel 55% dei casi e nel 60% dei casi presente durante l’allattamento.
In confronto ad altre posizioni (come ad esempio quella sottobraccio, di transizione, distesa), la posizione a culla era legata al massimo di dolore cervicale nel 91,7% dei casi.
Importante anche il dato che l’83,3% delle donne affermava di sentire sollievo al dolore se cambiava posizione.
Occorre anche notare che fra le donne nigeriane le poppate giornaliere sono brevi e frequenti più che nella popolazione occidentale: infatti durano generalmente meno di mezz’ora e sono più di 10 al giorno.
Le risposte al questionario mostravano inoltre che in maggioranza (53,4%) le donne avevano allattato al seno per 1-3 mesi, e che l’allattamento non era esclusivo nel 50,9% dei casi.
Osservando le donne che allattavano si è potuto notare che tendevano a chinarsi verso i loro bambini per mettere il seno nella loro bocca, e che durante la poppata tendevano a chinare il capo per osservare la suzione del bambino o guardarlo negli occhi. Questo significa che il bambino era tenuto in grembo piuttosto che portato su verso il seno in modo da permettergli di allattare attivamente.
Pertanto la prima raccomandazione che emerge da questo studio è che le donne portino il bambino verso il seno, e non il seno verso il bambino. L’uso prevalente del biberon (allattamenti non esclusivi) può portare a tenere il bambino basso, poggiato sulle proprie gambe, il busto dritto e chinarsi verso il bimbo, come si farebbe quando si dà il biberon; operazione che con il seno risulta quanto mai scomoda.
Gli autori raccomandano che le donne cambino spesso posizione di allattamento, specialmente se provano dolore alla schiena.
Queste conclusioni mi sembrano piuttosto riduttive, e questo forse è dovuto a fatto che le categorie per valutare la comodità di una posizione di allattamento sono troppo grossolane per individuare bene tutti i fattori che possono rendere o meno una poppata confortevole per la mamma e il suo bambino.
Qualche esempio di aspetti minori ma fondamentali da esplorare. Le mamme usavano cuscini? Quanti, e il che modo? Per sostenere la schiena, elevare il bambino all’altezza del seno, supportare le braccia? Avevano un cuscino dietro la nuca? Che inclinazione aveva il busto materno? Sappiamo infatti che una posizione semireclinata (vedi articolo «Allattare comodi» ) può fare un’enorme differenza, in termini di confort della madre e del bambino, e soprattutto di efficacia della suzione al seno.
Altre domande: Il bambino era ben accostato al corpo materno? Un bambino troppo scostato si attacca male, causa dolore alla suzione e questo a sua volta porta a irrigidimento muscolare, tensione, maggiore flessione del capo per cercare di controllare l’attacco. La mamma sosteneva il seno con l’altra mano? A volte questo aumenta la scomodità o rende la presa del bambino meno sicura. La madre usava uno sgabello per sollevare un po’ i piedi in modo da sedere più comodamente?
Come si può vedere, gli aspetti che fanno la differenza fra una poppata rilassata e una in tensione muscolare(con i dolori che ne seguono) sono molteplici e a volte si tratta di piccole sfumature che fanno però molta differenza.
I risultati di questo studio forse demonizzano eccessivamente la posizione a culla. Non si può dire che sia questa la posizione più «naturale» di allattamento nella specie umana (i neonati umani prediligono posizioni verticali o prone sulla mamma) tuttavia qualsiasi posizione può essere comoda o scomoda, adeguata o meno, secondo il modo in cui viene effettuata.
Una raccomandazione aggiuntiva, oltre a quella ovvia di esortare le madri, se si sentono scomode, a cambiare posizione, dovrebbe essere quella di rivolgersi a una professionista competente per trovare aiuto a correggere posizioni errate e poco efficaci.
Il testo integrale L’abstract (in inglese) dello studio può essere letto qui.
Se stai allattando e pensi di aver bisogno di aiuto per migliorare la tua posizione di allattamento, puoi chiedere una consulenza domiciliare o in videochiamata qui.