Il bambino che cresce "troppo"
“Signora, il suo bambino è troppo grasso: non vede che il suo latte è obesogeno?”
“Il tuo non è latte, è mascarpone!”
“Se fosse un maschio, pazienza; ma dato che è una femmina, non vorrà mica avere in futuro una bimba depressa perché in sovrappeso?
“Gli dia la camomilla, e lei si metta a dieta”.
Non sono frasi inventate, ma davvero dette a madri che allattavano bambini sanissimi, ma che avevano la sola colpa di crescere “troppo” rispetto agli standard di accrescimento.
Mentre un tempo il bebè ideale era quello “bello ciccio”, con i rotoli sulla pancia e le pieghe ai polsi e le caviglie, ora il grasso è stato demonizzato anche nei bambini di poche settimane o mesi.
In questo pregiudizio c’è un fondo di ragione: infatti gli studi mostrano che un forte aumento di peso nelle prime settimane di vita è correlato a un maggior rischio di obesità futura. Ma questo, si è visto, vale solamente per i bambini non allattati esclusivamente al seno, cioè in quelli che assumono, in parte o del tutto, la formula. L’allattamento al seno è invece un fattore di prevenzione dell’obesità, anche per i bambini che inizialmente crescono molto (per approfondire, leggere qui).
Tuttavia questo viene poco recepito e si continua, senza una buona ragione, a “sgridare” la mamma che allatta, facendola sentire inadeguata o instillandole dubbi sulla bontà del suo latte.
Obesità e allattamento al seno, mai associati
Quando il bambino è allattato davvero a richiesta (cioè ha libero accesso al seno ogni volta e per quanto tempo desidera), la sua suzione è efficace e assume solo latte materno (niente sostituti né cibi solidi e nemmeno il ciuccio), la sua crescita sarà quella che deve essere per la sua costituzione, ed eventuali anomalie di crescita andranno cercate in cause diverse dal fatto di essere allattato.
Ho seguito migliaia di bambini allattati esclusivamente al seno a richiesta e con una suzione efficace; fra questi bambini, che non avevano quindi un problema di allattamento, in circa 30 anni mi è capitato di osservare un certo numero di bambini che crescevano poco per problemi di salute (infezioni urinarie, difetti cardiaci e simili) e un solo caso di una bimba che cresceva poco perché aveva un problema genetico (che poi si è rivelato essere una forma di nanismo). Non mi sono capitati personalmente casi di bambini che crescevano molto per problemi congeniti: ne esistono, però sono situazioni non rare ma rarissime e del tutto indipendenti dal tipo di alimentazione seguita.
A fronte del caso su un milione di bambino che ha un sovrappeso grave per cause congenite, quando ci si imbatte nel bambino che cresce in modo “esagerato” nei primi mesi è molto più logico pensare al fatto che alcuni bambini sani crescono all’inizio molto velocemente con il latte materno (diciamo che me ne sono capitati una media di tre su cento) e in due casi su tre la mamma veniva accusata (per ignoranza) di stare facendo diventare obeso il bambino a causa del suo latte.
Studi seri, ben disegnati e fatti sui grandi numeri, mostrano come la crescita molto rapida nei primi mesi sia un sintomo di futura obesità solo in una parte di quei lattanti che ricevono la formula artificiale, mentre quelli che assumono solo latte materno si assestano tutti nel corso dei mesi successivi e più avanti negli anni difficilmente diventano obesi. Insomma un bimbo cicciotto a due mesi, ma allattato esclusivamente al seno, ha meno probabilità di diventare obeso a 5 anni di un bimbo normopeso di 2 mesi nutrito al biberon.
L’allattamento al seno protegge dall’obesità in molti modi:
- Fornisce un equilibrato apporto di nutrienti, che permette la messa a punto ottimale del suo metabolismo sia rispetto agli zuccheri che ai grassi, e quindi getta le basi per la sua futura salute dal punto di vista del peso;
- Contiene sostanze che contrastano i processi che portano all’obesità;
- Il bambino al seno, se allattato a richiesta, sviluppa in pieno la sua capacità di autoregolazione e la corretta percezione delle sensazioni di fame e sazietà;
- La mamma impara a seguire e rispettare i segnali di sazietà del bambino e a non forzarlo a “finire il pasto” come avviene quando si dà un biberon, il che previene il rischio, quando successivamente passerà ai cibi solidi, di sovralimentarlo.
Falsi allarmi
Prima di tutto, alcuni bambini definiti “troppo grossi” in realtà non lo sono affatto, sono solo robusti per costituzione. Una certa proporzione di persone, anche purtroppo a volte operatori sanitari, interpreta in modo distorto il concetto di “percentile” ritenendo erroneamente che le fasce percentili più centrali (medie) siano auspicabili mentre quelle più estreme (bambini molto minuti o molto robusti) siano in qualche modo un’anomalia da riportare nella media.
In realtà tutti i percentili rappresentano l’andamento di crescita di bambini sani (e allattati al seno a richiesta), ma che semplicemente sono di diversa costituzione e quindi crescono con ritmi differenti. Per capire meglio come va letta una curva di crescita, vedere questo articolo.
Può tuttavia a volte accadere che davvero un bambino non solo si posizioni al percentile più alto, ma che appaia anche più grosso dei bambini al 99° percentile della sua stessa età. La curva di crescita di questi bambini subisce un’impennata nelle prime settimane per poi proseguire a ritmi di incremento superiori anche alla media dei bambini robusti. Questo fa preoccupare e crea a volte reazioni allarmistiche.
Che il pediatra noti questa crescita così veloce e voglia tenere d’occhio questi bambini fa parte del suo mestiere e non è in sé una cosa sbagliata; ma le cause vanno semmai cercate in motivi di salute, e non nel latte materno. Se il bambino è allattato esclusivamente a richiesta ed è per altri versi sano, non è necessario prendere provvedimenti particolari riguardo al suo allattamento, ma si può aspettare di vedere come si evolve la situazione.
Generalmente questi bambini sani, che hanno solo la colpa di essere molto cicciottelli, smettono di crescere così rapidamente dopo le prime settimane, e la loro curva così ripida si appiattisce verso il 5°-9° mese, cioè prima del momento in cui un bambino comincia a tirarsi su carponi e poi in piedi. Quando questi bimbi iniziano ad essere più attivi dal punto di vista motorio, si riallineano quindi alla curva di riferimento di un percentile alto, ma senza più “sforare”.
Non serve nessuna dieta!
La mamma che allatta viene inutilmente colpevolizzata se il suo bambino cresce in fretta. A volte si dà la colpa al suo latte, che sarebbe “troppo grasso”, e quindi alla nutrice si impone una dieta tanto inopportuna quanto inutile. Infatti, se la qualità dei grassi del latte materno può essere influenzata dalla dieta materna (e quindi sarà salutare sia per la mamma che per il suo piccolo una dieta ricca di grassi insaturi e scarsa in grassi saturi), non si può dire lo stesso per la proporzione dei grassi, che non varia anche se la dieta materna è molto calorica.
Più spesso, e con risultati ancora più deleteri, si pretende di mettere a dieta il bambino, riducendo le poppate al seno (come se fosse la mamma a voler a tutti i costi ingozzare troppo il suo bambino!). Si tratta di un intervento poco fattibile, inopportuno e controproducente per la salute. Il bambino che viene privato del seno sarà affamato, piangerà e sarà difficilmente consolabile; sarà necessario introdurre il ciuccio o altri liquidi non nutritivi (camomilla, acqua eccetera) somministrati col biberon, e questo potrà interferire pesantemente con il mantenimento di una buona produzione di latte.
Se parte della suzione viene soddisfatta non al seno, il seno viene calibrato verso il basso, vale a dire che esprime solo parzialmente le sue potenzialità. Questo in genere esita in allattamenti la cui esclusività dura meno di sei mesi e la cui durata è molto inferiore a quella naturale, che si misura in anni e non in mesi.
Non è possibile “sovralimentare” un bambino che poppa al seno, nemmeno se va al seno per motivi diversi dalla fame. La poppata al seno è qualcosa che il bambino fa alla mamma, quando e come vuole lui, e non qualcosa che la mamma fa al bambino, decidendone ritmi e quantità a suo piacimento o secondo uno schema o una “abitudine”. nell’allattamento al seno a richiesta non ci sono abitudini, i ritmi cambiano spesso e anzi non esistono veramente, cioè non tutti i giorni il bambino poppa nelle stesse ore o per la stessa durata di tempo, che è sempre variabile. È impossibile dare a un bambino con il seno più latte di quanto glie ne serva, perché se non è lui a succhiarlo dal seno, il latte in bocca non ci va.
Conclusioni
L’allattamento è un sistema di sostegno biologico e psicologico per il bambino: il latte non è soltanto un alimento, anzi la funzione alimentare del latte è sostenuta soltanto da una piccola porzione delle componenti del latte stesso. La maggioranza delle componenti del latte hanno funzioni non nutritive: anticorpi e cellule vive del sistema immunitario (linfociti materni), ormoni, enzimi, sostanze che agiscono sul sistema nervoso, fattori di crescita, antiossidanti, prebiotici e probiotici (batteri benefici per l’intestino del neonato), sostanze antinfiammatorie, antivirali e batteriostatiche, nonché sostanze antitumorali, solo per citarne alcune.
Ogni volta che il bambino poppa, a prescindere dal motivo per cui lo fa (che sia fame, sete, bisogno di una di queste sostanze non nutritive, o bisogno di calmarsi tramite la suzione, tutti motivi ugualmente validi), si prende tutto il “pacchetto” di benefici, ed è previsto che sia così; e non comporta rischi di sovra-alimentazione, perché quando il bambino non ha più bisogno di nutrimento ma di altro dal seno, rigurgiterà oppure succhierà in modo non nutritivo, o assumerà solo la parte acquosa del latte (primo latte) che contiene certe componenti e non i grassi: in una parola, il bambino è in grado di autoregolarsi.
Nella rarissima situazione in cui il sovrappeso è davvero un segno di patologia, è nell’approfondimento diagnostico che va cercata la risposta, e non certo nel fatto che il bambino sia allattato. Dare la colpa al latte materno, mettere la mamma o il bambino a dieta, fare inutili analisi del latte non fa che rimandare ciò che andrebbe fatto subito: accertare lo stato di salute del bambino.
Per tutti gli altri casi, alle mamme che hanno un bambino oversize non si può che consigliare di continuare proprio così come stanno facendo: allattare a richiesta, infischiarsene dei commenti negativi e continuare a godersi il bambino!
Se pensi che il tuo bambino stia crescendo troppo o troppo poco, se ti è stato detto di togliere il latte per il bene del bambino, se hai dubbi in generale puoi richiedere qui una consulenza in allattamento materno.