Vuole stare sempre in braccio, si vizierà?

Vuole stare sempre in braccio, si vizierà?

I bambini non vogliono stare in braccio perché sono “furbi” o “viziati”: questa necessità è scritta nei loro geni e fa parte del loro istinto, un istinto che ha permesso alla nostra specie di sopravvivere e ai nostri piccoli di essere al sicuro in un mondo pieno di pericoli.
Per un bambino piccolo stare addosso alla mamma è un bisogno fisico ed emotivo irrinunciabile, come quello di mangiare, dormire o muoversi. I bambini hanno bisogno del contatto non solo dal punto di vista psicologico, perché rassicurante e rilassante, ma anche dal punto di vista biologico: in braccio diminuiscono gli ormoni dello stress e tutti i sistemi vitali, che nel neonato si disorganizzano facilmente, si stabilizzano: temperatura, pressione sanguigna, battito cardiaco, respirazione, movimenti intestinali. Essere addosso a un adulto in movimento sollecita il suo sistema vestibolare (organi dell’equilibrio), aiutandolo a sviluppare la sua percezione del corpo nello spazio e favorendo le future abilità motorie e persino lo sviluppo del linguaggio. Il contatto fisico è insomma necessario al bambino per uno sviluppo psicofisico armonico.
Non ci si deve preoccupare di dargli o di avergli dato una cattiva “abitudine”: le sue richieste
nascono da un bisogno, e svaniranno gradualmente via via che questo bisogno di contatto
diminuirà, quando il bambino sarà più grande, avrà la padronanza dei movimenti e partirà
gattonando e camminando all’esplorazione del mondo intorno a lui.
L’uso, eventualmente anche in casa, di una fascia per portare permette di sostenere addosso il
bambino con la minima fatica possibile, lasciando le mani libere. Può essere usata sia fuori casa, sia in casa mentre si effettuano altre attività, fornendo al bambino maggiori stimoli ma anche contenimento e sicurezza, e all’adulto una maggiore libertà di movimento e un bambino più facile da gestire.

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