Latte materno: su misura anche per il pretermine
Il latte umano ha straordinarie capacità di adattamento, e la sua variabilità permette di soddisfare giorno per giorno le mutevoli necessità biologiche del neonato. Questo è ancora più vero per il neonato prematuro, il cui colostro è differente da quello a termine, con una proporzione di nutrienti specificamente equilibrata per le sue esigenze. Ma quando si tratta di grandi prematuri, è difficile valutare le loro necessità biologiche, in quanto solo grazie alla moderna tecnologia oggigiorno riescono a sopravvivere fuori dell’utero materno. Per questo motivo, il latte materno va in genere fortificato, cioè arricchito di nutrienti specifici. Ma come calcolarli? Questo studio viene in aiuto a rispondere a questa domanda, mostrando il naturale evolversi delle proporzioni e qualità dei vari nutrienti del latte materno, via via che il prematuro cresce e le settimane passano.
I ricercatori hanno analizzato campioni di latte materno da 32 madri che avevano partorito neonati di 32 o più settimane di gestazione. Il latte è stato analizzato tramite una spettroscopia a raggi infrarossi misurando la proporzione di proteine, lattosio e grassi, e calcolando l’apporto calorico. Nelle prime settimane le proteine erano molto elevate, diminuendo poi progressivamente, mentre aumentavano il lattosio e i grassi (e il conseguente apporto energetico) via via che crescendo il bambino diveniva più in grado di assimilarli, Questi nutrienti erano inoltre associati a specifiche condizioni materne: le proteine più elevate nel latte di transizione delle donne con alto indice di massa corporea, i grassi in quelle di condizioni economiche più elevate.
La consapevolezza di questi cambiamenti e di queste variazioni può essere utile al medico per mettere a punto una fortificazione del latte materno che sia personalizzata e adattata alla condizione di ciascun singolo prematuro.
L’abstract (in inglese) dello studio può essere letto qui.