Separazione precoce del neonato: mai più!
L’ambiente precoce sperimentato dal neonato ne determina la salute la malattia a lungo termine sul piano epigenetico. Per gli umani, questo ambiente precoce è costituito dal contatto pelle a pelle con la madre, senza interruzioni o separazioni fin dalla nascita. Tale ambiente ottimale consente al bambino di esprimere comportamenti neuroendocrini altamente conservativi, che ne determinano l’abilità di far fronte allo stress, la vita affettiva, riproduttiva, il microbioma e il connettoma cerebrale, Il risultato di un ambiente ottimale alla nascita (il corpo materno) consente all’individuo di sviluppare al massimo la propria fitness evolutiva e le capacità di resilienza.
All’opposto, la separazione precoce dalla madre causa nel neonato uno shock che può essere comparato allo stress tossico, ovvero l’esperienza di una mancanza di protezione e sostegno da parte degli adulti. Questi individui sopravvivono, ma portano con sé i segni di tale shock, mostrando una performance peggiore e problemi evolutivi nell’infanzia, e un assetto psicofisico «da battaglia», ovvero una modalità di funzionamento che è ottimale nelle situazioni di pericolo e di emergenza nel breve periodo, ma se lo stress prolungato porta a una minore salute fisica ed emotiva.
La diffusione della pratica della separazione precoce può spiegare quindi l’incremento nell’incidenza di problemi evolutivi nell’infanzia.
La tecnologia, seppure ha garantito un buon tasso di sopravvienza per i neonati prematuri e di basso peso, si è rivelata nel lungo termine un ostacolo a un aromonico sviluppo neuroendocrino, comportamentale, cognitivo ed emotivo del bambino. Per questo motivo il ricercatore Nils Bergman, neonatologo ed una delle massime autorità mondiali nel campo della prematurità e della cangaroo mother care, affermo che è opportuno incominciare a ripensare le pratiche di assistenza alla nascita, e tendere al paradigma di «separazione zero», che permetta ai nuovi esseri umani di sviluppare pienamente il proprio potenziale e di sbocciare alla vita.
L’abstract (in inglese) dello studio può essere letto qui.