La pubblicità per l'alimentazione artificiale invade la Rete
Troppo pochi bambini vengono allattati a lungo quanto è raccomandato da tutte le organizzazioni nazionali e internazionali che si occupano della salute. Idealmente si raccomandano 6 mesi di allattamento esclusivo (solo latte materno e nessun altro liquido o solido) seguiti da almeno due anni di allattamento affiancato da altri cibi solidi; ma in realtà quasi sempre i bambini cominciano a ricevere aggiunte oppure altri liquidi non nutritivi (tisane, acqua) dopo pochi giorni o settimane, e spesso l’allattamento si interrompe precocemente, dopo pochi mesi o al subentrare dell’alimentazione solida.
Uno dei fattori che minano maggiormente l’obiettivo di allattare a lungo è culturale, e mediato dalla pubblicità, come fin dagli anni 80 numerosi studi hanno dimostrato.
Anche se le forme tradizionali di marketing sono ben studiate, poco tuttavia si è analizzato sull’uso delle tecnologie digitali per promuovere i prodotti sostituti del latte materno. Una revisione sistematica compiuta da un team di ricercatori dal Regno Unito, Australia, India e Svizzera ha analizzato i metodi di marketing digitale e la loro efficacia.
La ricerca di Jones e colleghi ha fornito un quadro pervasivo di marketing aggressivo. Social, blog, forum, siti di vendita al dettaglio, delle case produttrici, influencers, siti commerciali di “consigli” ai genitori, video, app e spot pubblicitari per cellulari. Le vecchie tipologie di marketing (sconti, pubblicità, promozioni, sponsorizzazioni, concorsi, articoli commerciali) sono presenti anche in forma digitale; ma a queste metodiche si sono affiancate altre più penetranti ed efficaci, come la propaganda da parte di influencer, l’utilizzo di “consigli” fra pari – magari infiltrati nei gruppi social di genitori, i “club delle mamme” di questa o quell’altra marca di latte formulato, usando gruppi in rete e blog di mamme per pubblicizzare o testare prodotti.
Strumenti come l’estrazione digitale e il posizionamento sui motori di ricerca, che permettono di profilare con estrema precisione i potenziali consumatori, vengono utilizzati per un marketing sempre più penetrante e mirato.
La rassegna di studi di Jones offre anche un’appendice con le metodologie e gli strumenti di ricerca usati, per permettere una ripetibilità da parte di altri ricercatori; e conclude con una ricca serie di riferimenti e risorse.
“Giacché i consumatori spendono crescenti porzioni del loro tempo online”, concludono i ricercatori, “è un fattore cruciale per proteggere la salute pubblica in tutto il mondo lo sviluppo di metodi di regolazione che si evolvano costantemente per tenere dietro a tattiche di marketing digitale estremamente sofisticate e in continua evoluzione”.
Per un approfondimento di queste problematiche, leggete questo articolo.