Incubatrice o pelle a pelle: cosa è meglio?

Incubatrice e contatto pelle a pelle a confronto

La stabilizzazione dei parametri vitali nel neonato prematuro è l’obiettivo immediato delle cure postnatali del neonato prematuro, il cui processo di adattamento alla vita postnatale è più delicato e soggetto a criticità. Il prematuro ha meno capacità di mantenere costante la respirazione, il battito cardiaco, di termoregolarsi e di stabilizzare gli altri parametri vitali. Un ambiente ottimale deve essere in grado di supplire a ciò che l’organismo immaturo del bambino ancora non è in grado di fare; per questo l’approccio tradizionale nei reparti di terapia intensiva neonatale (TIN) utilizza l’incubatrice come sostituto parziale di quell’ambiente uterino che il prematuro ha abbandonato troppo presto.

I ricercatori hanno osservato un gruppo di 100 neonati prematuri (1500-2500 grammi) distribuendoli in modo randomizzato in due gruppi; i 50 bambini del gruppo sperimentale venivano posti pelle a pelle alla nascita, dopo essere stati asciugati e coperti con un telino preriscaldato, mentre in gruppo di controllo seguiva l’abituale prassi dell’incubatrice. Tutti i bambini ricevevano le stesse terapie a prescindere dal gruppo di appartenenza.

I bambini venivano ripetutamente valutati con il test di Stability of Cardio-Respiratory system in Preterms (SCRIP) nelle prime 6 ore di vita extrauterina.

I neonati posti pelle a pelle sulla loro madre mostravano un adattamento più veloce e stabile, con più rapida stabilizzazione dei parametri cardiopolmonari e un minor ricorso a fluidi intravenosi, antibiotici o supporto respiratorio nei rimanenti giorni di degenza in TIN.

Questo mostra che anche nei prematuri l’habitat più salutare è il corpo della madre, che non solo garantisce un’efficace termoregolazione attraverso il contatto pelle a pelle, ma anche migliora gli altri parametri riducendo al minimo la condizione di stress data dalla separazione dalla mamma, che causa lo slittamento nello stato neurocomportamentale di protesta-disperazione, all’origine della destabilizzazione di respiro, battito cardiaco e stato di integrazione neurosensoriale, oltre ad aumentare i casi di ipotermia, come già mostrato da uno studio precedente

L’abstract (in inglese) dello studio può essere letto qui.

Antonella Sagone, 20 marzo 2024

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