10 motivi per non mentire al proprio pediatra

10 motivi per non mentire al proprio pediatra

Vi è mai capitato di mentire al pediatra nascondendogli alcune scelte fatte riguardo ai vostri bambini o disobbedendo alle sue prescrizioni senza dirglielo? Beh, alla fine potrebbe non essere una buona idea.

Mi capita spesso di leggere il suggerimento, da parte di alcuni genitori, di nascondere cose al pediatra o di mentirgli, quando si è in disaccordo con i suoi consigli, diagnosi od obiettivi. Il pediatra a volte sembra assumere un ruolo di censore delle scelte e dei comportamenti dei genitori, oppure così viene vissuto; sento raccontare di pediatri che “sgridano” le madri – in certi casi per comportamenti che in realtà sono in linea con tutte le raccomandazioni sanitarie e che seguono la fisiologia, come allattare a richiesta, esclusivamente fino a sei mesi, svezzare a termine, introdurre cibi solidi con l’approccio dell’autosvezzamento, condividere il sonno, prendere in braccio il bambino che piange, e tanto altro.
 
Altre volte, il pediatra suggerisce soluzioni che i genitori non sentono come fattibili per loro; raramente c’è un confronto di idee, vuoi per fretta, vuoi per difficoltà a trovare un linguaggio comune per comunicare bisogni e aspettative; e tacere o dire sì (per poi non seguire le indicazioni ricevute) sembra talvolta il modo più semplice e meno “spiacevole” per tutti di risolvere il conflitto.
 
Ecco qui di seguito invece 10 motivi per cui questa può non essere una buona idea.
  1. Se i consigli del pediatra sono inapplicabili, inappropriati, non seguono le evidenze scientifiche, ostacolano il benessere vostro e del bambino o mettono a rischio il proseguimento dell’allattamento o altre pratiche salutari, e voi fingete di acconsentire ma poi non seguite i suoi consigli, il pediatra non avrà mai un feedback che gli segnali la problematicità delle sue indicazioni e non avrà motivo per metterle in dubbio.
    Così continuerà a consigliare le stesse cose anche ad altri genitori, magari meno informati o sicuri di sé.
    Il vostro silenzio così danneggerà indirettamente altre persone.
  2. Se il pediatra dà un consiglio che non si accorda con il vostro modo di vedere o di sentire, o che non sentite applicabile alla vostra situazione, e non lo dite, il pediatra non saprà la vostra difficoltà e perderete l’occasione di ragionare insieme alla ricerca di una soluzione alternativa.
    Tacendo o dando ragione solo per “quieto vivere”, non avrete modo di scoprire quanto in realtà l’approccio di quel medico sia rigido o flessibile.
    Molti pediatri dicono ai genitori quello che presumono essi “vogliano” sentirsi dire, ma sono disposti a sostenerli se desiderano fare le cose diversamente, specie se li vedono attenti ai bisogni del bambino e disponibili a tenerlo informato sull’andamento delle cose.
  3. Se il consiglio del pediatra nascostamente non viene seguito, e il problema del bambino persiste o si aggrava, vi sentirete in torto, e vi sarà molto più difficile dirlo in seguito, per cui probabilmente si aggiungeranno via via altre bugie od omissioni. Il pediatra non avrà modo di capire cosa sta succedendo e studiare una soluzione appropriata al caso.
  4. Se il consiglio del pediatra nascostamente non viene seguito, e il problema del bambino si risolve, il pediatra sarà convinto che questo sia avvenuto proprio grazie al suo consiglio e non in seguito alla diversa strategia adottata da voi genitori. Non potrà così arricchire la sua esperienza grazie alla vostra, e anche gli altri suoi pazienti saranno privati di questo arricchimento.
  5. Se il pediatra vi offre consigli o prescrizioni non richieste in ambiti che non sono di sua competenza (ad esempio psicologici o educativi) e voi non esprimete il vostro disaccordo, continuerà a pensare di essere autorizzato e in grado di intervenire anche in questi ambiti non di sua pertinenza, e potrebbe persino sentire il peso di questa responsabilità, senza capire che non gli competono e senza immaginare che non è questo che ci si aspetta da lui.
  6. Se mentite al pediatra rispetto al modo in cui accudite, nutrite, allattate il bambino, gestite il suo sonno, e a vostro figlio un giorno capita di ammalarsi, il pediatra baserà le sue valutazioni e le sue prescrizioni mediche su informazioni parziali o errate (ad esempio, pensando che mangia cibi solidi da tempo, quando non lo sta facendo, eccetera), e quindi anche le diagnosi e le terapie che ne possono seguire potrebbero essere errate o inapplicabili, perché gli avete nascosto elementi essenziali di valutazione.
  7. Ricordatevi che vostro figlio, un giorno, comincerà a parlare; e potrà contraddire ciò che raccontate al pediatra. Vi troverete allora in una situazione imbarazzante sia nei confronti del pediatra che di vostro figlio… oppure dovrete insegnare anche a lui a mentire!
  8. Se cominciate a nascondere al pediatra alcune cose, questo col tempo comporterà la necessità di nascondere o distorcere ulteriori informazioni sul conto di vostro figlio, finché non arriverà il momento in cui comincerete ad evitare il pediatra o a non ricorrere al suo aiuto anche quando è veramente necessario, che è esattamente il motivo per cui esiste il pediatra! Alimenterete una reciproca sfiducia ed incomprensione; la relazione insomma si impoverirà e verrà progressivamente svuotata di significato e di utilità.
  9. Mentire a un’altra persona implica una mancanza di rispetto per l’altro, perché sminuisce la sua capacità di confrontarsi e cambiare, e calpesta il suo diritto di basarsi su informazioni oneste e complete. Ma chi mente manca di rispetto anche a se stesso, perché sceglie di nascondere parte di sé, delle sue convinzioni, delle sue emozioni, ritenendo di non avere sufficiente forza o diritto di mostrarle e difenderle, rimandando all’altro un’immagine parziale e deformata di sé, che non rende merito alle sue reali convinzioni e capacità.
  10. Se siete in disaccordo col pediatra e non glielo dite, impedite alla vostra relazione di maturare e crescere, di esplorare ed esprimere il suo potenziale di confronto, negoziazione, ricerca di altre soluzioni, e anche di sperimentare un rispettoso “accordo nel disaccordo”, cioè la possibilità di continuare a cooperare pur non concordando in tutto e per tutto.
Spesso non è facile parlare francamente al pediatra: per generazioni siamo state abituate a un atteggiamento timoroso o diffidente. Tuttavia una relazione di cura basata sulla cooperazione e sulla stima reciproca non può che giovare  a mamma, medico e soprattutto al bambino, arricchiendoli reciprocamente. Se avete difficoltà, potete contattare una Consulente in allattamento materno, che potrà parlarne con voi e aiutarvi a trovare l’approccio giusto per migliorare in modo efficace la comunicazione col vostro pediatra.
 
Mentire al pediatra può essere un modo per difendersi da rimproveri o giudizi indesiderati, oppure per compiacerlo e ottenere lodi e riconoscimento. Ma il pediatra non è il vostro insegnante o il vostro giudice: dovrebbe essere un professionista scelto per contribuire, con la sua competenza, a mantenere i vostri figli in buona salute o curarli se sono malati. Non è lì per premiare, giudicare o condannare i genitori, così come i genitori non sono lì per compiacere, blandire, sfidare o gratificare il pediatra. Se la relazione con il pediatra è di questo tipo, meglio modificare la relazione… o cambiare pediatra!
Antonella Sagone, 23 aprile 2022

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