Luna rossa

Luna rossa

Il sangue mestruale è uno dei tabù più profondi: sinonimo di impurità, vergogna, malattia. Come tanti altri aspetti della natura femminile, anche questo è stato negato, sminuito, addomesticato…

Mestruazioni. Le cose delle donne. Il Ciclo, il Flusso, il Periodo. “Quella Cosa”. I Giorni Rossi. La Luna chiama. il Mistero del Sangue. Arrivano, non arrivano. Sono in ritardo; hanno anticipato. Dolori Mestruali. Dismenorrea. Menarca. Le Regole.

“Da oggi dovrai stare molto attenta”. Quei Giorni. Oggi no, sono Indisposta. Oggi sì, non c’è pericolo. “Oggi non posso fare il bagno” – perché? – “non te lo posso dire”. Tamponi, Assorbenti, le Pezze. con applicatore, anatomici, con le ali. Nuova Profumazione. Non te ne accorgi nemmeno; non se ne accorgeranno nemmeno. La Seccatura. “In fondo gli uomini devono farsi la barba tutti i giorni”. Oggi è meglio che non guido. Gli Ormoni Impazziti.

Le Perdite Mensili. Ciclo Anovulatorio. Oggi ho visite. Pippo, Pallino, il Marchese. Le zie, il Conte Rosso. Disturbi femminili. Mi sono venute, che sollievo. Mi sono venute, che delusione. Non sono incinta; sono ancora fertile.

Quanti giorni dall’ultima mestruazione? Quanti giorni dall’ultimo rapporto? Emorragia Fisiologica. Sindrome Premestruale. “Quando ha le sue cose è intrattabile”. Oggi marco visita. Hai per caso un assorbente da prestarmi? Esfoliazione Endometriale. Il Maldipancia.

Utero Irritabile. Irregolarità ormonali. Cicli troppo brevi. Cicli troppo lunghi. Flusso normale, abbondante, super. Sono tornate; altro giro, altra corsa. Crampi uterini. Se ti tagli i capelli ora, non ti ricresceranno. Non toccare le piante. Non entrare in chiesa. Non toccare l’acqua. Le Femmine; i Cuginetti; i miei Corsi. Le Acque Lunari. I Fiori.

Il Periodo Fertile: circa 36 anni di ovulazioni, quattrocentoquarantacinque volte nella vita.

Lo svilimento del sangue

“Mestruazioni addio”, titolava anni fa una delle tante effimere riviste “salutiste”. Si dava notizia, in tono trionfalistico, dell’ultimo ritrovato della scienza: una pillola da prendere ininterrottamente, per “avere solo 4 cicli all’anno”. Questo rivoluzionario ritrovato, continuava l’articolista, avrebbe per sempre affrancato la donna dalla maledizione di disturbi piccoli e grandi: dalle mestruazioni dolorose, le cefalee, lo stress da “iperproduttività” causato dalle continue ovulazioni, fino a patologie dai nomi oscuri e terribili: policistosi ovariche, neoplasie al seno e all’ovaio. Una volta sottoposte alla nuova terapia “liberatoria”, il processo di controllo del corpo femminile sarebbe stato completato, dato che già con il cesareo le donne sono state private del parto (esperienza iniziatica per eccellenza); dell’allattamento (così siamo “libere” di non provare il piacere fisico ed emotivo di nutrire al seno, il contatto profondo e la sintonizzazione sui bisogni del piccolo, e le ondate di amore guidate da prolattina e ossitocina); della menopausa (la fornace che brucia e decanta le energie pesanti e le tossine di una vita, per preparare il corpo ad energie più sottili). Via le mestruazioni, ed ecco reciso l’ultimo legame con le energie e i cicli della terra e del cosmo, per essere finalmente libere di lavorare e produrre come un uomo, libere di non sentire, di non fluire, di non cambiare.

Siamo nate e cresciute in questo mondo, dove il sangue mestruale è uno dei tabù più profondi, è sinonimo di impurità, vergogna, malattia. Come tanti altri aspetti della nostra natura, anche questo è stato negato, sminuito, addomesticato… difficile immaginare che un tempo esso era considerato il più prezioso e magico dei fluidi! Anticamente, il sangue mestruale era sacro, e veniva davvero usato per concimare il terreno in riti collettivi. Probabilmente i riti cruenti che richiedono ferite o sacrifici animali sono stati introdotti dall’uomo quando la società è diventata patriarcale: per imitare il sangue mestruale – che non era più utilizzabile, era stato decretato tabù, “impuro”, per togliere alla donna il potere e la sacralità. Ci hanno privato della più potente delle nostre leve, ci hanno sottratto la chiave della più importante delle nostre porte. La massima manifestazione di forza del nostro corpo – sanguinare senza danno, anzi con rinnovamento ciclico delle energie – è diventata una patologia da curare… così come si “cura” la pubertà (gli “squilibri” ormonali – dovrebbe essere sempre tutto fisso, uguale a se stesso?), la gravidanza (con trattamenti ”preventivi”, esami inutili e sempre più invasivi), il parto (equiparato ad un intervento chirurgico, con  l’episiotomia, il cesareo sempre più frequente), l’allattamento (con le pillole per mandar via il latte, la dittatura di orologi e bilance), la menopausa (con le terapie “sostitutive” per far finta che nulla sia cambiato), la vecchiaia.

Un segreto degli adulti

Come ho saputo delle mestruazioni è di per sé una storia istruttiva.

Avevo dieci, undici anni al massimo. Mia madre mi ha dato la buonanotte come sempre e poi, come colta da un pensiero improvviso è tornata sui suoi passi e, come se dicesse una cosa banale e di poca importanza: “Ah, a proposito, se per caso uno di questi giorni ti capita di trovare un po’ di sporco nelle mutandine, come del sangue, non ti preoccupare, perché a una certa età è normale. Si chiamano mestruazioni, vengono una volta al mese, tutte le donne ce l’hanno; durano qualche giorno, sono più che altro una seccatura ma ti ci abituerai. Bisogna solo fare attenzione a non sporcarsi e che non si veda nulla”.

Poi se n’è andata in fretta, lasciandomi al buio con la mente che ribolliva di domande e pensieri agitati.

Nei giorni successivi non facevo che pensare a questo. Mi sembrava un’enormità! perché nessuno me ne aveva mai parlato? metà dell’umanità aveva questo segreto! Era una cosa enorme, eppure tutti facevano finta di niente. Pazzesco! Gli adulti erano folli! Andavo in giro per le strade arrovellandomi su questo grande mistero, e fissavo insospettita ogni donna che vedevo. Le persone familiari, che per anni avevo salutato in ascensore, nei negozi, mi apparivano in una luce nuova. Scrutavo la portiera, la fruttivendola, la commessa impeccabile nel suo tailleur, persino la mendicante all’angolo del marciapiede, e mi chiedevo: chissà se in questo momento, nel segreto, sta sanguinando?

Guardavo con sospetto persino le persone più anziane, come mia nonna (mamma si era dimenticata di accennare alla menopausa!). Era una rivelazione incredibile, e mi faceva ammattire il fatto che fosse una faccenda di cui era indecoroso parlare. Tutta la società adulta mi appariva improvvisamente mistificatrice: come si poteva tacere su questo elefante nella stanza? Nascondere a noi bambini una realtà così importante e sconvolgente? E nello stesso tempo, una verità così vergognosa, data l’area interessata… così inquietante, con la presenza del sangue che evoca pensieri di dolore, ferita, malattia!

Riprendiamoci il ciclo!

Per me riappropriarmi del mio ciclo è stata la prima delle liberazioni. Quando ho scoperto che per evitare i dolori mestruali non era indispensabile un farmaco, ma bastava un’ora di yoga… quando ho iniziato a capire che il dolore era legato non al contrarsi dell’utero, ma alla resistenza che gli opponevo (i muscoli come corazza per non sentire! Una volta accettati i cambiamenti ciclici del mio corpo, i cosiddetti “crampi mestruali” mi sono apparsi come un intenso e piacevole “stiracchiarsi”)… Quando ho cominciato ad osservarmi, a notare tutti i sottili cambiamenti che avvenivano (in tutti i miei sistemi biologici e non solo in quello genitale) nelle varie fasi del ciclo… quando ho scoperto che bastava fare una dieta vegan dai 3 giorni precedenti le mestruazioni e nei 3 giorni iniziali, per stare bene e non avere più nessuna di quelle “patologie” che mi mortificavano (e devo ringraziare il limpido insegnamento del mio corpo in quei giorni, che alla fine mi ha condotto al veganismo non solo per pochi giorni ma per tutti i giorni dell’anno)…

Quando infine ho capito che l’umoralità, l’insofferenza verso le richieste del mio prossimo, l’ipersensibilità, la collera, la stanchezza dei giorni immediatamente precedenti e iniziali delle mestruazioni, non erano una mia manchevolezza, difetto, debolezza, patologia nervosa, ma solo il risultato del mancato rispetto di ciò che il momento richiedeva. Durante il ciclo, ci sentiamo dire, si diventa più “emotive, ipersensibili, bizzarre, insofferenti, scorbutiche, svampite, maldestre”… abbiamo finito per crederci! E se invece cominciassimo a dirci che diventiamo più passionali, sensibili, creative, assertive, combattive, ispirate, rilassate?

La cultura ha svalutato tutto ciò che era “uterino”, in questo modo precludendo l’accesso alla bellezza e intensità della natura femminile non solo alle donne stesse, ma anche ai loro compagni… I giorni rossi non sono il momento per occuparsi del quotidiano. Per produrre oggetti o servizi per il Dio Lavoro. Per nutrire il prossimo. Quei giorni sono riservati alla sacralità femminile che è in noi. Sono per varcare soglie che si schiudono solo in quel magico momento. Per nutrire noi stesse nella quiete e nel raccoglimento, e purificare le energie in un fertile scambio con la Madre terra.

Recuperare la magia e il potere del sangue femminile restituisce energia e ricchezza interiore non solo alle donne, ma anche agli uomini.

Antonella Sagone, 13 marzo 2021

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