Bisogna dare acqua al bambino quando fa caldo?

Bisogna dare acqua al bambino quando fa caldo?

Con l’arrivo del caldo molti bambini allattati al seno cominciano a poppare in un modo caratteristico: si attaccano per pochi minuti, poi si staccano e rifiutano di proseguire la poppata, per poi chiedere di nuovo dopo brevissimo tempo, e così via anche per diverse ore.

Questo comportamento allarma molto i presenti, che hanno l’impressione che il bimbo non sia mai sazio e che ci sia qualcosa che non va nella loro produzione di latte. “Ti usa come un ciuccio!” “Devi dare il tempo al seno di riempirsi!” “Devi dare allo stomaco del bambino il tempo di riposare!” “Forse il tuo latte non è più nutriente…” E così le mamme, confuse, si sentono dire di tutto.

In realtà, c’è una spiegazione più semplice per questo comportamento. Il latte materno è composto per oltre l’88% di acqua, quindi è molto dissetante. Quindi il bambino non sempre va al seno per mangiare: ci va anche per bere. Dato che la parte acquosa del latte è immediatamente disponibile in prossimità dell’areola, il bambino per prima cosa si disseta; poi, con il riflesso di discesa che avviene dopo qualche minuto, i grassi che aderiscono alle pareti degli alveoli e dei dotti vengono spinti giù e il latte si arricchisce della componente calorica. A questo punto se il bambino ha anche fame continua a poppare; se invece in quel momento aveva solo bisogno di idratarsi, si stacca soddisfatto. Salvo farsi un’altra piccola bevuta poco dopo, se fa caldo!

Non solo acqua

Scoprire che il latte materno ha una prevalenza così grande della parte acquosa può creare delusione. Ma attenzione! La porzione acquosa del latte materno non è solo acqua! Contiene anche una quantità di elementi estremamente importanti:

  • il lattosio, lo zucchero principale del latte umano, che oltre a fornire immediatamente energia, ha una funzione fondamentale nella crescita del sistema nervoso, ottimizza l’assorbimento del calcio e serve anche a nutrire il microbioma intestinale, così importante pe la salute futura del bambino;
  • gli oligosaccaridi, altri zuccheri necessari al microbioma, che hanno anche un effetto protettivo per le mucose gastriche e intestinali, e alcuni germi amici che vanno a popolare questo microbioma;
  • proteine, tratte dal sangue materno e anche sintetizzate direttamente nel seno, che oltre a costituire i “mattoni” della crescita, hanno tante altre proprietà. C’è ad esempio il lisozima (antibatterico), l’interferone (contrasta le infezioni virali), la lattoferrina (trasporta il ferro e lo rende meglio assimilabile), la taurina (sviluppo del sistema nervoso);
  • vitamine idrosolubili, come la C, la B6 e la B12;
  • Sali minerali (calcio, zinco, sodio, fosforo, magnesio, ferro);
  • fattori di crescita delle mucose e del sistema nervoso;
  • anticorpi e altri elementi del sistema immunitario, comprese cellule vive (linfociti, fagociti, macrofagi);
  • e tanto altro… Altro che “soltanto acqua!”

Il fantastico lavoro della Natura ha fatto sì dunque che anche quando il bambino è soltanto assetato, anche quando prende solo pochi sorsi dal seno, in quei sorsi si trovino le cose più importanti per lui: protezione immunitaria, energia immediatamente disponibile, e nutrimento.

Ma per assicurarsi che il bambino ottenga dal seno ciò che gli serve in ogni momento, occorre lasciare che davvero possa poppare quando e per quanto tempo desidera, senza cercare di “regolarizzarlo” o distoglierlo in alcun modo. Per approfondire che cosa significa davvero allattare a richiesta, potete leggere questo articolo.

Come possiamo accertarci che il bambino abbia liquidi a sufficienza?

Dunque va bene, la mamma lascia che stia al seno quanto vuole; ma qualcuno potrebbe ugualmente suggerirle di dare anche un po’ d’acqua, che male non fa… Allora vediamo come fare per capire se il bambino allattato esclusivamente al seno (quindi solo latte materno e neanche acqua in aggiunta) è davvero ben idratato.

Cominciamo col vedere se c’è un modo per verificare se il bambino sta rischiando o no la disidratazione. Un sistema c’è ed è molto affidabile: se il bambino sta ricevendo troppo pochi liquidi, la sua urina diminuisce e diviene più concentrata. La pipì di un bimbo ben idratato è chiarissima, praticamente trasparente. Un colore giallo intenso, un odore marcato, pannolini più leggeri/asciutti sono segni che è meno idratato.

Quindi finché i pannolini in 24 ore sono almeno 5-6 ben bagnati di urina chiara, è tutto ok e non c’è bisogno di aggiungere nulla.

Se invece un bambino allattato esclusivamente al seno fa una pipì gialla, scarsa, allora significa che l’allattamento non è del tutto a richiesta, cioè che qualche segnale di richiesta di poppare è sfuggito, o la poppata è stata limitata in durata, o gli è stato proposto altro (cullare, distrarre, ciuccio); ovvero che per qualche motivo il bambino ha difficoltà a poppare bene. In questo caso la soluzione non è dare acqua ma farlo poppare di più al seno: cosa che i bambini allattati già gestiscono da sé naturalmente, perché se fa caldo e sudano, cominciano a chiedere di poppare molto più spesso, e poppano anche per pochi minuti, assumendo appunto la parte di latte più ricca di acqua (primo latte). Si autoregolano e non c’è bisogno di dare acqua.

Non a caso l’OMS raccomanda di dare niente altro che latte materno per i primi 6 mesi.

Ma che male può fare un po’ d’acqua?   

Beh, ci sono vari motivi per cui può non essere opportuno darla; l’OMS ne illustra bene le ragioni in questo fact sheet (vedere la seconda domanda).

Ad esempio, se l’acqua viene data col biberon il bambino può confondersi nella suzione e diventare meno efficace quando poppa al seno. Inoltre l’acqua in bottiglia comporta rischi aggiuntivi riguardo alla sterilità.

Se si tratta invece solo di qualche cucchiaino, beh allora l’apporto di liquidi è così poco rilevante che tanto vale farlo poppare al seno qualche secondo in più!

Il motivo principale però per cui dare acqua a un bambino allattato esclusivamente non è una buona idea, è che nella fase di allattamento esclusivo l’acqua non fa che sostituirsi al pasto di latte, non cambia il livello di idratazione, ma il bambino poppa (e quindi si nutre e cresce) di meno.    Insomma il latte materno contiene tutta l’acqua di cui il bambino ha bisogno, ed in più fornisce sempre anche nutrimento e tutti i benefici che conosciamo bene. 

In particolare nelle primissime settimane qualsiasi cosa diversa dal latte riduce l’apporto di latte materno, interferisce con il processo di calibrazione, e non incide affatto a migliorare l’idratazione del neonato, come mostra questa ricerca.

E se invece il bambino prende la formula?

Nei primi sei mesi di vita, il bambino che poppa esclusivamente al seno, quando ha sete, fa tante poppate brevi e frequenti; così prende solo il primo latte e alla fine in questo modo ottiene un latte che è più ricco di acqua e meno ricco di grassi, ma ha ugualmente un contenuto abbondante di zuccheri e di proteine. Il bambino alimentato artificialmente non ha la possibilità di avere due formule, una che imita il primo latte e una che imita il secondo latte: o prende il “pacchetto completo” o beve solo acqua. Questo significa che, quando ha sete, gli si potrebbe dare acqua, ma in quell’occasione non prenderebbe anche lattosio, proteine e fattori vari come invece fa il bambino che poppa al seno; e dovrebbe recuperare questi nutrienti con le successive poppate di formula (ricordiamo che anche il bambino alimentato artificialmente dovrebbe prendere solo la formula nei primi sei mesi di vita). D’altronde, può avere bisogno di una maggiore quota d’acqua quando fa caldo e suda, per reidratarsi, cosa di cui le mamme che allattano al seno, invece, non devono preoccuparsi perché la natura fa tutto da sé.

Quindi la faccenda è più complicata da gestire. Alcune mamme scelgono, quando fa molto caldo e il bimbo suda molto, se la pipì risulta più scarsa e concentrata, di dare anche un po’ d’acqua, però il rischio è sempre quello di non dosare bene quest’acqua e di darla a detrimento del cibo: se si riempie il pancino di acqua assumerà meno formula. Quindi valgono sempre le stesse regole: vanno controllate bene le evacuazioni, la pipì e il peso per capire se si sta alimentando e idratando abbastanza, e regolarsi poi di conseguenza, eventualmente consultando il pediatra se necessario.   

E quando il bambino comincia a mangiare anche cibi solidi?  

Molto dipende anche da quanto sale conterranno i cibi che mangerà… idealmente non bisognerebbe aggiungere sale ai primi cibi che si introducono, anche se quando il bambino fa autosvezzamento può capitare anche che assaggi il pezzo di pane o di pizza dell’adulto, non necessariamente privo di sale… quindi potrebbe avere bisogno anche di bere un po’ di più. 

Se poppa ancora al seno però può scegliere di dissetarsi comunque con il latte della mamma, che dovrebbe essere offerto come sempre a richiesta e senza limitazioni. Insomma quando mangerà anche cibi solidi, il bambino più grande potrà, ma non necessariamente dovrà, bere anche acqua; può anche continuare a dissetarsi al seno. Ma se invece chiede l’acqua la si può offrire direttamente dal bicchiere, anche per far sì che il bambino vada comunque al seno per soddisfare il suo bisogno di suzione.

Ci si basa sempre sui pannolini bagnati per vedere se si sta idratando abbastanza, e se per caso si nota che il bambino, che sta bevendo molto al bicchiere, sta crescendo meno, si può provare a riprendere a offrirgli solo il seno invece dell’acqua (accanto ai cibi solidi), per farlo crescere di più.    

Ma se fa veramente molto, molto caldo, un caldo fuori del comune?

Persino in casi di caldo eccezionale il latte materno è in grado di soddisfare pienamente il bisogno idrico del bambino, purché non si impongano limitazioni alle poppate, che possono anche diventare molto più frequenti di prima. Nel primo semestre, quello dell’allattamento esclusivo, dare acqua al posto del seno non comporta nessun vantaggio in termini di idratazione, ma solo svantaggi: il bambino assumerà meno latte e quindi meno nutrienti. Questo vale anche ai tropici e all’equatore, come dimostrano due studi fatti in paesi caldissimi.

 Hanno fatto queste ricerche, la prima in Pakistan e la seconda in India, confrontando due gruppi di lattanti in zone desertiche: in entrambi i gruppi i bambini avevano libero accesso al seno secondo la loro richiesta, però un gruppo di bambini assumeva solo latte materno, all’altro davano anche un po’ d’acqua. Risultati: confrontando la pipì dei pannolini, i bambini di entrambi i gruppi erano UGUALMENTE ben idratati… però i bambini nel secondo gruppo crescevano meno, perché al posto di alcune poppate di latte prendevano acqua.  

In conclusione: la natura ha fornito il bambino di tutto ciò che gli serve per sopravvivere a qualsiasi latitudine: il latte materno e la capacità di poppare al seno. Ma per far si che questo fantastico potenziale si possa esprimere sicuramente e pienamente, non c’è che una strada: tapparsi le orecchie riguardo ai consigli che piovono da ogni dove, e fidarsi del proprio bambino!

Riferimenti

Ashraf RN, Jalil F, Aperia A, Lindblad BS. Additional water is not needed for healthy breastfed babies in a hot climate. Acta Paediartr Scan 1993;82:1007-1011.

Kusuma s, Agrawal S et al. Hydration status of exclusively and Partially Breastfed near-term newborns in the first week of life. JHL 2009;25(3):280-86.    

Sachdev HP, Krishna J, Puri RK, Satyanarayana L, Kumar S. Water supplementation in exclusively breastfed infants during summer in the tropics. Lancet 1991;337(8747):929-33.   

WHO, Fact sheets – Breastfeeding, 28 Jul 2015, Q&A.

Antonella Sagone, 25 giugno 2021

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