Allattare riduce l'impatto ambientale
Che impronta ecologica lascia un biberon di formula? L’impatto ambientale della catena produttiva dei latti artificiali viene spesso sottovalutata. Oltre al consumo di energia e all’inquinamento dovuto alla lavorazione delle materie prime, occorre considerare anche l’inquinamento causato dal trasporto del prodotto finito lungo tutta la catena di distribuzione del mercato, e l’impatto dovuto agli imballaggi e al loro smaltimento. Un gruppo di ricercatori da Australia, Cina, Malesia, India, Filippine e Corea del Sud ha esplorato questo impatto analizzando quello dei costituenti della formula e i consumi di energia e gli inquinanti legati alla sua produzione, attraverso una revisione sistematica degli studi e i dati relativi alla commercializzazione. L’impronta ecologica è stata quantificata in equivalenza di anidride carbonica generata per ogni chilo di formula prodotta. Il risultato è stato poi moltiplicato per il volume di vendite annuali in ciascuno dei Paesi esaminati.
L’impronta è stata valutata come equivalente a 3.95–4.04 kg CO2 per ogni chilo di formula, il che corrisponde, per l’anno 2012, a ben 2 milioni e 893mila tonnellate di CO2. Proiettando questi valori per l’aumentato volume di vendite, per il 2017 questo impatto si è stimato in circa 4.219.052 nella sola Cina! Proviamo a pensare il mostruoso impatto che grava sul nostro pianeta per la produzione e vendita della formula in tutto il mondo… poi riflettiamo sul fatto che, se l’allattamento al seno fosse veramente promosso, sostenuto e protetto, e le raccomandazioni dell’OMS quindi si potessero realizzare (6 mesi di allattamento esclusivo, altri 6 almeno di latte materno come fonte primaria di cibo affiancata da cibi solidi, e ancora almeno fino a due anni la prosecuzione dell’allattamento, e oltre se lo si desidera), la percentuale di donne che ripiegherebbero sull’artificiale sarebbero probabilmente inferiori all’1%.
Un’altra buona ragione per promuovere il latte materno, l’unico alimento per neonati che non necessita energia, risorse, trasporti, imballaggi, denaro per essere prodotto, e che viene erogato davvero a km zero: dal seno materno alla bocca del bambino.
L’articolo scientifico completo (in inglese) può essere letto qui.
Segnalo un errore nel testo, nell’articolo si parla di 2 milioni 893 mila tonnellate di CO2 per i 6 paesi partecipanti, mentre qui si dice 2 miliardi.
Sarebbe interessante rendere specifico su un “bambino medio” il consumo di latte formulato e quindi le sue emissioni (considerato che il latte formulato viene solitamente “dosato” e quindi potrebbe esistere tale media).
uh caspita, grazie della segnalazione Anna, ho subito corretto la svista!
per quanto riguarda i calcolo individuale, in teoria applicando i coefficienti riportati ciascuno potrebbe calcolarsi la sua personale “impronta”, partendo dai kg di formula consumati ogni mese.
Non ho accesso all’articolo completo, quindi mi sono anche chiesta se questi calcoli (basati su dati noti di impatto ambientale per i singoli componenti della formula, includessero anche l’impatto del confezionamento e distribuzione: la formula a volte viaggia anche migliaia di chilometri, e spesso su gomma, con notevole aumento dei fattori inquinanti… ovvero l’impronta potrebbe anche essere maggiore…