Evitare la medicalizzazione del parto per una maggiore salute del bambino
L’intervento dell’arte medica durante il travaglio e il parto può salvare vite; tuttavia la tendenza attuale ha portato a una sempre maggiore medicalizzazione del parto e della nascita anche in assenza di motivi contingenti, ma solo a seguito di protocolli preventivi di natura difensiva, o anche semplicemente per routine e senza indicazioni mediche obiettive. Questo studio ha esaminato 491.590 partorienti e i loro bambini, che sono stati seguiti nei primi 28 giorni e poi fino ai 5 anni di vita. Sono stati osservati gli effetti a breve e lungo termine sulla salute dei bambini di interventi quali l’induzione del parto (farmacologica o tramite rottura del sacco amniotico) e il cesareo (programmato o di urgenza). Il 38% delle madri non ha subito interventi medici e ha partorito spontaneamente per via vaginale, mentre le altre donne hanno subito uno o più interventi dell’arte.
Fra i neonati il cui parto strumentale è stato effettuato in conseguenza di induzione è stato riscontrato il più alto tasso di ittero e di problemi di alimentazione, mentre quelli nati da cesareo hanno avuto il maggior tasso di ipotermia post parto e, nel caso di cesareo d’urgenza, di problemi metabolici (come ad esempio diabete od obesità.
I bambini che avevano ricevuto alla nascita qualsiasi tipo di intervento medico avevano maggiore probabilità di sviluppare malattie metaboliche e problemi allergici come asma o eczema più avanti nella vita.
Secondo la prof. Hanna Dahlen, una dei ricercatori, questi esiti negativi si spiegano attraverso l’ipotesi dell’impatto epigenetico alla nascita: «L’uso eccessivo di interventi medici su donne e neonati sani può impedire il normale e salutare stress che sperimenta il bambino alla nascita, e ostacolare l’inseminazione dell’intestino del neonato da parte del microbioma; questo può portare a un ampio ventaglio di conseguenze sulla sua salute”.
la prima di questa ipotesi è indicata con la sigla EPIIC (EPIgenetic Impact on Childbirth) e suggerisce che il naturale stress della nascita sia per il bambino necessario per attivare correttamente il suo sistema immunitario, mentre interferenze che rendano eccessivo o ridotto questo stress potrebbero alterare tale processo causando squilibri.
La seconda ipotesi, relativa al microbioma, è chiamata “teoria dell’igiene”, e sottolinea come la ricerca di asetticità nel parto (attraverso la disinfezione sistematica del canale di parto, l’uso di antibiotici nel periodo perinatale e lo stesso cesareo, che evita il passaggio del bambino nel canale di parto) può ostacolare l’inseminazione microbica fondamentale del sistema digerente del neonato, processo fondamentale per l’instaurarsi di un sano e ricco microbioma intestinale, che il il fulcro per una salute solida per il resto della vita.
Un parto vaginale e indisturbato offre al bambino il massimo potenziale di salute a breve e lungo termine; è importante che questa informazione sia fornita ai genitori e agli operatori sanitari, in modo che possano compiere scelte informate che operano in un’ottica di salutogenesi.
Questo studio ha fra i suoi punti di forza l’ampio numero del campione esaminato, e l’aver circoscritto una quantità di variabili interferenti. Non è stato possibile però eliminare tutti i fattori confondenti, come avviene con studi effettuati su così vaste popolazioni; ad esempio non è stato possibile isolare fattori genetici, uso di antibiotici per la madre o il bambino, e tipo di allattamento. Gli autori auspicano ulteriori ricerche sperimentali per approfondire le ipotesi in esame, in particolare sui meccanismi epigenetici e sul microbioma intestinale dei soggetti in esame; e studi basati su altre popolazioni e con un follow-up più prolungato nel tempo, per isolare meglio altre variabili potenzialmente confondenti.
La versione integrale (in inglese) dello studio può essere letta qui.
Tutto vero Viviana!
Produrre latte non è questione di fortuna; ma avere il sostegno per allattare, che dovrebbe essere una cosa naturale, invece è davvero una questione di fortuna, perché si è persa la cultura dell’allattamento… ed è proprio vero, tutti hanno da sentenziare su come la neomamma gestisce il bambino e tutto il resto, ma quanto è rato trovare chi invece di snocciolare consigli non richiesti, si rimbocca le maniche e dà una mano!