L’allattamento e il marketing della formula

L'allattamento e il marketing della formula

L’organizzazione Mondiale della Sanità, fin dalla fine degli anni ‘70, raccomandava l’allattamento al seno come investimento per la salute di madre e bambino, indicando come obiettivi di salute l’allattamento esclusivo per i primi sei mesi, per poi proseguire, affiancando con cibi solidi, almeno fino al completamento del secondo anno, e oltre se si desidera. Tuttavia questi obiettivi sono attualmente raggiunti solo da una piccola percentuale di donne e bambini, nonostante 40 anni di serrata promozione dell’allattamento. Le barriere che si frappongono fra un bambino e il suo latte materno sono innumerevoli: discriminazioni di genere, ostacoli normativi, pregiudizi sociali, politiche sanitarie, carenze del sistema sanitario, medicalizzazione del parto e della nascita, e naturalmente il marketing continuo, diffuso e aggressivo delle ditte produttrici di alimenti sostitutivi del latte umano (la cosiddetta formula lattea). In questo primo articolo della serie pubblicata sulla prestigiosa rivista The Lancet, vengono enumerati i molteplici benefici dell’allattamento al seno, e si analizzano alcune delle barriere che portano sin troppe donne a terminare prima del tempo la loro esperienza di allattamento. Fra le cause, Pérez-Escamilla nomina la scarsa diffusione degli Ospedali Amici dei Bambini, Iniziativa promossa dall’OMS_UNICEF nel 1991 per promuovere comportamenti virtuosi e a sostegno dell’allattamento nei reparti di ostetricia, attraverso un percorso di cambiamento delle prassi e una formazione adeguata. Ugualmente poco implementato nei singoli Paesi è il Codice di Commercializzazione dei Sostituti del latte materno, una direttiva emanata dall’OMS dieci anni prima, nel 1981. E anche nei Paesi dove si è effettuata una legislazione per il rispetto del Codice, questo viene quotidianamente violato dalle aziende e dai media.

Un altro fattore cruciale per il fallimento dell’allattamento è l’assenza, al giorno d’oggi, quasi per tutti i genitori di una rete i sostegno fra pari, un «villaggio» intorno alla madre e al bambino.

Esistono poi pregiudizi radicati che causano un precoce abbandono dell’allattamento sulla base di fraintendimenti e ignoranza: «I comuni processi di adattamento del neonato all’ambiente extra-uterino», affermano gli autori, «come il pianto, i momenti di agitazione e i frequenti risvegli notturni del neonato vengono spesso equivocate come segno di problem di nutrizione. Il marketing della formula risporza ed esaspera queste idee errate e produce dichiarazioni mistificanti, dichiarando che la formula lattea può migliorare tali comportamenti del lattante». Si induce la madre a pensare di non avere abbastanza latte o di averlo poco nutrient,e (oltre il 50% ha questa credenza!) e questa idea è la causa principale per l’abbandono dell’allattamento e il passaggio all’alimentazzione artificiale.

Nel successivo articolo della serie, gli autori approfondiscono l’impatto negativo del marketing della formula. L’introduzione dei sostituti del latte materno nei primi 3 anni, affermano gli autori, alterna l’ecosistema nutrizionale del bambino. Il marketing dipinge l’allattamento al seno come una pratica volgare, superata e antifemminista; fa leva sui timori comuni della donna, come quello di non avere abbastanza latte, ridefinendo le banali sfide o difficoltà dell’allattamento riduttivamente come «problemi» che i loro prodotti possono risolvere. Il Marketing manipola le informazioni scientifiche, le emozioni e le aspettative della popolazione, e penetra a tutti i livelli: famiglie, operatori sanitari, scienziati, legislatori e politici.

Gli operatori sanitari vengono trascinati dalle Aziende della formula in situazioni di conflitto di interesse, «comprandosi» la ricerca, i mezzi di informazione, inducendo pratiche medicalizzanti, spingendo a violare il Codice di Commercializzazione dell’OMS. Le violazioni, in questi 40 anni, non sono mai cessate nonostante tutte le campagne di sensibilizzazione e formazione, e le iniziative legislative volte a contrastare le pratiche commerciali aggressive.

Tutto questo deve cessare, affermano gli autori dello studio: «IL successo dell’allattamento al seno è una responsabilità collettiva che dipende da una politica sfaccettata e da una risposta dell’intera società. Le informazioni sulla nutrizione infantile devono essere basate sui fatti e  libere da influenze commerciali: si tratta di un diritto umano che deve essere accessibile a tutti».

La serie di articoli in versione integrale(in inglese)  si trova qui.

Antonella Sagone, 22 febbraio 2023

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