Il secondo figlio

Il secondo figlio

Quando in famiglia arriva il primo figlio la vita dei genitori viene rivoluzionata dal punto di vista organizzativo, emotivo e relazionale. Improvvisamente il mondo ruota intorno a questa piccola persona sconosciuta, e i genitori si inoltrano in questo territorio inesplorato.

Specialmente oggigiorno, che le famiglie non sono quelle allargate di un tempo, e i genitori stessi possono essere figli unici, è possibile che non abbiamo avuto alcuna esperienza precedente di aver assistito all’accudimento quotidiano di un bambino così piccolo. Tutto è nuovo per loro e devono imparare ogni cosa: il significato dei comportamenti del loro piccolo, i suoi bisogni, i suoi segnali, le sue reazioni.

A poco a poco, si costruiranno una mappa, impareranno a relazionarsi al loro bambino o bambina e capiranno cosa funziona o non funziona, cosa determina il suo benessere, come gestire il suo pianto, le sue stanchezze, il suo crescente bisogno di attività e di esplorazione.

La mamma e il papà faranno anche esperienza delle proprie emozioni, stanchezze, abilità, si confronteranno con le proprie credenze e reazioni affettive, costruendo uno stile genitoriale unico e trovando un nuovo equilibrio interiore, una nuova competenza, una nuova filosofia di vita.

Di nuovo genitori

Ed ecco che un giorno la mamma scopre che c’è un altro bambino in arrivo.

Ed è sempre un’avventura; ma non è più un territorio totalmente inesplorato. L’esperienza precedente offre una solidità, una prospettiva che col primogenito non poteva esserci, come molte madri testimoniano:

Il mio secondo figlio ha attualmente 15 giorni perciò parlo “a caldo” e per quella che è stata l’esperienza fino ad ora. Essere già mamma è stato utilissimo! Sia per il parto (ero mentalmente e fisicamente più preparata e l’ho vissuto molto meglio rispetto alla prima volta) sia per l’allattamento, sia per la gestione del bimbo. È un “lavoro” che sono già ‘qualificata’ a svolgere, ho un curriculum biondo di 4 anni che lo dimostra! E so che qualunque ostacolo ci sarà saremo in grado di superarlo insieme.

I genitori non sono più così liberi di dedicarsi totalmente al proprio figlio: c’è anche un altro bambino da seguire e a cui dare attenzione. Questo a volte rende le cose più impegnative, ma dall’altro lato porta ad affrontare le cose con più leggerezza e buon senso:

Con la seconda mi sono sentita più libera e sicura. Soprattutto sapendo quel che mi aspettava l’ho vissuta più liberamente, anche se in realtà dovevamo adattarci agli orari del fratello… con il primo rimanevo ad allattare in casa o in disparte, con la sorella lo dovevo fare mentre spingevo l’altalena al parco!

Con il primo figlio le aspettative poco realistiche che spesso sono indotte dalla nostra cultura possono mettere in crisi, quando si scopre che i ritmi, le reazioni, i bisogni del bambino reale non sono quelli che vengono rappresentati. Ciò può provocare insicurezze, sensi di inadeguatezza, disorientamento a causa anche dei tanti consigli contraddittori che si ricevono. Tutto questo viene vissuto invece in modo differente con un secondo bambino, in cui si è già preparati al terremoto emotivo, agli sconvolgimenti, alle inevitabili incertezze, e si è divenuti abbastanza impermeabili ai consigli ed ai giudizi altrui:

L’esperienza precedente è stata utile perché dopo il secondo parto sapevo che tutta la tristezza, la rabbia e la stanchezza che provavo erano normali e sono stata meglio.

Certo, si naviga sempre a vista; ma con maggiore fiducia nel fatto che alla fine la rotta si trova.

Ma cosa succede quando si scopre che le rotte da seguire non sono quelle già note ed apprese nella nostra esperienza pregressa?

Ricomincio da uno

Ma se l’esperienza da un lato può alleggerire l’impegno di crescere un nuovo bambino, dall’altro può a volte divenire un peso. I genitori si sono modellati sul loro primo figlio; hanno sviluppato strategie; hanno acquisito sicurezze ma, altre volte, hanno sofferto difficoltà e fallimenti e possono aver sviluppato ansie e timori che gli stessi problemi si ripetano con la seconda esperienza genitoriale.

Sia le aspettative negative che quelle positive possono rivelarsi un boomerang quando il bambino che nasce (e spesso è così) è molto diverso dalla sorella o fratello che lo ha preceduto. Questa diversità può essere in un certo senso una vera sorpresa, perché nel loro primo apprendistato i genitori si sono costruiti una serie di “certezze” su “come si fa” e il loro concetto di giusto o sbagliato ha un valore, per così dire, assoluto.

Mi ci è voluto del tempo per rassegnarmi all’idea che questa bambina era una faccenda del tutto diversa. Rimanevo sconcertata dalle sue reazioni, e dentro di me pensavo: Perché fa così? Eppure sto facendo tutte le cose giuste, tutte le cose che funzionano con i bambini!”

Dato che ci sono bambini più o meno impegnativi, quando il secondo figlio mette più in difficoltà l’autostima dei genitori può subire un duro colpo, scoprendo che non tutti i propri successi sono dovuti alla propria “bravura”. Si impara ad approcciarsi con più umiltà e prudenza, e anche con maggiore flessibilità alle sfide che il percorso di genitori pone sul nostro cammino.

Il primo allattamento è andato liscio come l’olio, il secondo è stato una strada in salita e irta di difficoltà. Pensavo di sapere tutto, e ho scoperto di non sapere nulla su come si allatta: il primo bambino faceva tutto da solo! Penso al mio primogenito come la mia scuola elementare; ma è stata la seconda che mi ha insegnato di più, lei è la mia università!

Questa situazione si mantiene anche quando i figli sono più di due; aumenta l’esperienza ma anche la consapevolezza che ogni bambino insegna qualcosa di diverso:

i primi giorni a casa col nuovo nato sono sempre stati difficili perché è davvero proprio vero che ogni bimbo è a sé. Io ne ho 3 e sono completamente diversi tra loro sotto tutti gli aspetti. Ad ogni parto una gran fatica: col primo perché sei inesperta e non hai idea da che parte girarti, col secondo parti più tranquilla facendo affidamento sulla prima esperienza ma poi capisci che è tutto diverso, quindi ti tocca imparare cose nuove ogni volta. Quando ho avuto il terzo tutti mi dicevano “ma si, ormai sei più che esperta” e invece no, perché anche qui ho dovuto imparare cose nuove, gestire un altro carattere ancora e nuovi problemi. E non c’è mai una soluzione che vada bene per tutti perché ognuno è fatto a modo proprio e bisogna tarare tutto a misura di ognuno di loro.

Imparare ad accettare l’inatteso

Con il secondo figlio i genitori, per quanto più rilassati e consapevoli, si ritrovano di nuovo su terreni incerti, devono procedere per prove ed errori e imparare a modellarsi su un individuo del tutto nuovo.

Penso che l’esperienza di un primo figlio aiuta ad avere meno ansie. Però i miei figli sono diversi e quindi devo sempre adattarmi al loro bisogno: ognuno ha il suo e lo gestisce in modo diverso.

Ma una volta accettato di aver di fronte una versione inedita di essere umano, tutto procede più facilmente.

Penso che i bambini ti insegnino subito che ognuno di loro è a sé e che aspettarsi da un bambino i comportamenti che aveva il fratello sia come aspettarsi ciliegie da una pianta di fragole.

Forse alla fine è questa la lezione più importante di un genitore: accettare i figli così come sono, rinunciare alle proprie aspettative, accantonare i propri timori, e semplicemente guardare e ascoltare il proprio bambino senza preconcetti.

Nonostante il primo e il secondo figlio sono stati e sono bambini diversi l’essere già madre per me è stato di aiuto. Il primo mi ha insegnato ad essere adattabile, a guardare il bambino e ad agire di conseguenza senza troppi preconcetti… Quando è nato il secondo ero pronta all’inatteso… molto più che con il primo!

Questa consapevolezza è una tappa fondamentale nella vita di un genitore, che cambia anche l’approccio che aveva con il primogenito. Sì, perché non solo ogni bambino è differente, ma anche lo stesso bambino attraversa fasi diverse nella sua vita, può cambiare e va  ugualmente amato senza condizioni. È l’importante momento dell’accettazione profonda che ogni nuovo nato ha diritto di ricevere dal mondo e dalle persone intorno a lui: essere accolto così com’è, nella sua unicità. Ed è proprio questa la profonda ricchezza dell’esperienza genitoriale, avere sempre a disposizione un universo costantemente nuovo e tutto da esplorare.

Antonella Sagone, 6 luglio 2023

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