Neuroplasticità in gravidanza

Neuroplasticità in gravidanza e post-parto

Diventare madri non cambia solo la vita e il proprio corpo, ma anche il proprio cervello. Infatti il cervello umano è un organo del tutto particolare, perché si modifica costantemente nell’arco di tutta la vita, sotto l’effetto delle esperienze vissute, sia come eventi esteriori che come eventi della propria interiorità.

Il sistema nervoso non è una dotazione che, una volta raggiunta la maturità dello sviluppo, resta per sempre tale, come altri organi del corpo, ma continuamente si modifica, con la proliferazione di nuovi neuroni e la scomparsa di altri che sono diventati meno funzionali, e con la dinamica “potatura” e ricostruzione delle interconnessioni fra le varie aree cerebrali. È da sfatare il mito secondo il quale le cellule cerebrali i neuroni) smettono di duplicarsi già in giovane età, così come è da modificare la vecchia rappresentazione del cervello come di una mappa di aree ben distinte e circoscritte, ognuna con la sua funzione: area motoria, sensoriale, visiva, uditiva eccetera. In realtà oggi, grazie a strumenti di rilevazione dell’attività cerebrale come la risonanza magnetica funzionale (FMR), che ci permettono di osservare l’attività cerebrale in tempo reale, abbiamo potuto modificare la nostra rappresentazione del cervello, facendo riferimento, più che ad aree geograficamente delimitate, a reti di diverse aree che, in base alle funzioni che agiscono in un dato momento, si attivano contemporaneamente interagendo fra loro.

Un’importante rete di questo tipo è il default mode network (DMN) o sistema della condizione di default, una rete neurale che coinvolge aree frontali, parietali, temporali e cerebellari della corteccia. Questa rete si attiva quando la mente è in uno stato cosciente e non finalizzato all’attuazione di un compito, ma invece si trova in uno stato di “vagabondaggio”, ad esempio quando si pensa al passato o si specula sul futuro, nelle fantasticherie, nella riflessione sul sé, sulle proprie emozioni, sul pensiero degli altri, sugli aspetti etici e morali delle proprie azioni, e infine sulla comprensione di una narrazione, ad esempio quando si guarda un film o si legge un libro.

È proprio questa rete funzionale che subisce i più importanti cambiamenti quando per la prima volta una donna diviene madre. Durante la gravidanza il volume e lo spessore della corteccia di questa rete neurale subisce una riduzione, mentre dopo il parto inizia una fase di ricrescita moderata. Il momento del parto sembra essere il giro di boa di questo processo neuroplastico.

Ora, una certa retorica negativa riguardante la maternità potrebbe appropriarsi di questa informazione e lanciare notizie allarmistiche come “ad ogni figlio muoiono neuroni nel cervello materno”. Fa parte della narrativa odierna rappresentare l’organismo umano come un sistema fragile, vulnerabile, e soggetto a un progressivo deterioramento per il solo fatto di vivere e fronteggiare gli stimoli dell’ambiente o i cambiamenti fisiologici dello sviluppo. Ma il nostro corpo è in realtà un sistema biologico straordinario che sa adattare le proprie risorse e la propria organizzazione al mutare delle condizioni ambientali e di vita, rigenerandosi e fortificandosi in questo continuo processo di modellamento. Il sistema nervoso non fa eccezione a questo principio, anzi ne è una delle maggiori aree di espressione. Il processo che vede la scomparsa di cellule nervose non è un evento negativo che causa impoverimento: è un fenomeno ben noto ai neurologi, chiamato pruning (potatura), ed è essenziale perché le reti neurali si mantengano efficienti e adattabili. Un cervello che vedesse una crescita incontrastata delle cellule nervose sarebbe simile a una scrivania completamente sommersa dalle scartoffie, in cui non è possibile recuperare rapidamente le informazioni e lavorare agli obiettivi che via via si presentano. La “potatura” che il cervello materno attraversa durante la gravidanza è una ristrutturazione che elimina le parti non funzionali della rete per far spazio a nuove connessioni, senza nulla perdere del sapere e delle capacità pregresse ma permettendo una maggiore efficienza e arricchimento, che si verifica nella fase di “rifioritura” che avviene dopo il parto e con l’instaurarsi del legame con il proprio bambino.

Il testo integrale (in inglese) dello studio può essere letto qui

Antonella Sagone, 30 aprile 2024

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