Si può bere caffè quando si allatta?
La caffeina è una sostanza eccitante che si trova nel caffè, ma anche in altre bevande, come ad esempio la cocacola; è analoga ad altri eccitanti come la teina del tè e la teobromina del cioccolato, e quindi per un bilancio giornaliero la mamma che allatta deve tenere conto della somma di tutti questi eventuali apporti.
La caffeina passa nel latte e a bassi dosaggi (un solo caffè significa una dose minimale nel neonato) non ci sono effetti importanti, ma a dosaggi più alti ci può essere irrequietezza, agitazione, e la caffeina ostacola l’assorbimento del ferro.
La caffeina, come l’alcool, quando è in circolo nel sangue materno passa anche prontamente nel latte. La differenza è che mentre l’alcool, nel momento dell’assunzione, passa istantaneamente, al 100%, nel sangue, e quindi raggiunge il picco, cioè il massimo di concentrazione nel siero materno immediatamente, la caffeina passa nel sangue materno più lentamente, e quindi va aumentando la sua concentrazione raggiungendo il picco fra le 2 ore e mezza e le 4 ore e mezza dal momento dell’assunzione. Quindi anche nel latte aumenta progressivamente fino a raggiungere la massima concentrazione fra le 2 ore e mezza e le 4 ore e mezza.
Inoltre un’altra problematica riguarda il fatto che il metabolismo del bambino è molto più lento di quello di un adulto per smaltire questa sostanza. Questo perché mentre l’organismo adulto smaltisce il caffè dopo qualche ora (a 5 ore è già dimezzato), il neonato che assume caffeina attraverso il latte poi ha bisogno di quattro giorni solo per dimezzarne la dose. Quindi ripetuti caffè allattando dopo tempi troppo brevi significa un progressivo accumulo di caffeina nell’organismo del bambino il che può fargli raggiungere livelli pericolosi.
Questo significa che sarebbe meglio non allattare per diverse ore (almeno 5) dopo aver preso il caffè, specie se l’assunzione di caffè o altri eccitanti è abituale.
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