Latte inquinato: che fare?

Latte inquinato: che fare?

Nel precedente articolo abbiamo parlato di come l’inquinamento ambientale sia ormai ovunque.

Le industrie, a ritmo continuo e per le più svariate applicazioni, da quelle fondamentali, come le sostanze ignifughe, a quelle più futili, come le fragranze o i coloranti, producono molecole di sintesi, cioè non presenti in natura. Stiamo parlando di decine di migliaia di sostanze totalmente introdotte nell’ambiente dall’uomo.

Alcune di queste sostanze sono molto resistenti e quindi permangono nell’ambiente anche per molti anni, persino decenni; altre sono particolarmente attive sull’organismo umano, agendo in modo imprevedibile sul sistema neuroendocrino-immunitario (interferenti endocrini).

Col passare del tempo si evidenzia la dannosità per la salute umana, o per quella dell’ambiente, di questa o quella sostanza, che viene per questo motivo regolamentata o bandita; ma nel frattempo altre centinaia vengono create ex novo, e così le normative sono sempre all’inseguimento degli inquinanti, senza riuscire a porre un freno deciso alla produzione di nuove sostanze anche prive di qualsiasi funzione utile se non quella di rendere il prodotto più appetibile.

Queste sostanze si diffondono nel terreno, nell’acqua e nell’aria che respiriamo, finiscono nel ciclo produttivo agricolo e poi si inseriscono nella catena alimentare fino a trovarsi nelle carni e nei sottoprodotti animali e alla fine anche nell’uomo.

Ecco che quindi sostanze inquinanti raggiungono anche la mamma che allatta e possono essere presenti nel latte materno.

Questo non è tuttavia un motivo sufficiente per smettere di allattare: infatti le alternative al latte materno non sono affatto più sicure, in quanto l’inquinamento raggiunge anche il latte di altri animali o di sostanze vegetali con cui viene sintetizzata la formula per lattanti; inoltre l’inquinamento raggiunge comunque il bambino anche direttamente attraverso l’ambiente, l’aria che respira, l’acqua che beve e il cibo di cui si alimenta.

La protezione del latte materno

Un altro motivo per non svezzare è che il latte materno possiede talmente tanti benefici di salute, che questi sopravanzano persino i rischi che comporta la trasmissione di piccole proporzioni di sostanze inquinanti. Ma c’è di più: infatti le proprietà del latte materno contribuiscono in parte a neutralizzare queste sostanze e i loro effetti, come mostra ad esempio uno studio recente.

Il latte materno contiene infatti antiossidanti, capaci di neutralizzare i processi ossidativi caratteristici di molte tossine; numerose vitamine fra cui la B12, la C e la questa B6, fondamentali per i processi di salute cellulare e del sistema nervoso; ormoni e cellule immunitarie in grado di dialogare con il sistema endocrino-immunitario del bambino, aiutandolo a mantenere un equilibrio armonico e a contrastare gli effetti dei composti volatili sintetici (come ad esempio le fragranze) che sono noti per portare squilibrio nel sistema endocrino; cellule vive del microbioma che contribuiscono a costruire una flora batterica intestinale ottimale, e i prebiotici per nutrirlo; citochine che contribuiscono a mantenere stabili e contenere le risposte infiammatorie, così cruciali nei processi di degenerazione cellulare; acidi grassi insaturi che rinforzano le membrane cellulari e contribuiscono alla crescita ottimale del sistema nervoso, un altro sistema colpito dagli inquinanti; fattori antitumorali, come la proteina HAMLET; fattori di crescita dell’epitelio, delle mucose, del sistema nervoso, che possono favorire i processi riparativi dopo un danno da tossine; ossitocina che contribuisce ai processi di guarigione e di salute. Il latte materno contribuisce allo sviluppo ottimale degli organi depurativi, come il fegato e i reni del neonato. La capacità di neutralizzare tossine da parte di enzimi e altre sostanze presenti nel latte umano è ben documentata.

Naturalmente questo non significa che i bambini allattati siano invulnerabili agli effetti tossici dell’inquinamento; ma certamente vengono provvisti di un armamentario potente per difendersi da tali sostanze, con un bilancio costi-benefici, anche nel caso che qualcosa passasse attraverso il latte, che pende nettamente dalla parte dei benefici. Un approfondimento su questo tema può essere trovato qui.

Come proteggere i nostri figli

Riflettiamo sul fatto che se nel latte materno finiscono degli inquinanti, è perché la mamma li ha assunti attraverso ciò che ha mangiato, bevuto, toccato o respirato; ma il bambino vive nello stesso ambiente della mamma e quindi è esposto alle stesse sostanze. Togliere il latte materno non significa metterlo al sicuro ma, al contrario, lasciarlo esposto senza protezioni all’aggressione chimica dell’ambiente, e in più esporlo al rischio di assumere comunque altri inquinanti attraverso gli alimenti sostitutivi (formula o alimenti formulati per bambini), sui quali non abbiamo alcun controllo.

Ma sul latte materno abbiamo invece controllo, nella misura in cui noi stesse diventiamo parte attiva nell’evitare, per quanto possibile, ogni fonte di inquinamento. Certo ci sono aspetti sui quali possiamo poco, per esempio l’inquinamento del territorio in cui viviamo o l’ambiente in cui lavoriamo; però possiamo fare scelte salutari per quanto riguarda l’ambiente indoor, cioè le sostanze che usiamo all’interno delle nostre case; e possiamo controllare quello che scegliamo di mangiare e di bere, a differenza degli animali da allevamento, o delle altre fonti alimentari, da cui si ricavano gli alimenti sostitutivi del nostro latte.

Ci sono tanti livelli che possiamo mettere in atto in questa protezione.

Cambiare modo di mangiare

Mentre non possiamo controllare o influire sui prodotti alimentari per l’infanzia, possiamo scegliere cosa mangiare o non mangiare noi stesse. Considerando che le tossine si accumulano specialmente nel grasso corporeo, in passato si metteva in guardia contro un dimagrimento rapido; ma studi più recenti hanno verificato che comunque il rilascio delle tossine nel sangue materno è molto relativo e ancora più relativo quello che potrebbe andare nel latte. Comunque la mamma può intraprendere un’alimentazione detossificante e salutare, evitando diete drastiche che non fanno bene in ogni caso.

Quale che sia il suo stile alimentare, la mamma dovrebbe orientarsi verso cibi:

  • a coltivazione biologica;
  • freschi e di stagione;
  • il più possibile vicini allo stato originario, evitando cibi con coloranti, conservanti, aromi;
  • a filiera corta, cioè prodotti localmente.

Lavare bene la frutta e verdura prima di mangiarla, prediligendo quella biologica, permetterà di mangiare anche le bucce, su cui si concentrano le vitamine e le altre sostanze preziose.

Ci sono buoni motivi per ridurre al minimo (o meglio ancora evitarli) gli alimenti animali (carni e derivati come latte, uova eccetera):

  • le carni animali sono ricche di grassi saturi (anche le parti “magre”), i quali sono il maggior serbatoio di stoccaggio delle sostanze inquinanti e tossine;
  • i grassi dei latti animali contengono un concentrato di queste tossine, tanto maggiore quanto più il derivato è stagionato (quindi formaggio stagionato più di quello fresco)
  • i formaggi e le uova biologiche sono meglio che non biologiche, ma comunque sono semplicemente derivati da animali nutriti con mangimi biologici, ma questo non ci garantisce le condizioni in cui vengono allevati; le galline “allevate a terra” (e le loro uova) non necessariamente sono allevate all’aperto e in condizioni naturali;
  • gli animali (anche i pesci), e in particolare quelli che si nutrono di altri animali, sono in cima alla catena alimentare, il che significa che tutte le tossine alla fine si accumulano nel loro corpo. Più si sale nella catena alimentare, maggiore è la concentrazione di inquinanti;
  • gli animali da grandi allevamenti (e i pesci allevati in bacini artificiali) sono sempre in condizioni innaturali, e quindi più vulnerabili a infezioni e malattie; pertanto devono ricevere antibiotici, antimicotici e altri farmaci per prevenire che si ammalino;
  • inoltre per essere un investimento conveniente devono aumentare molto rapidamente di peso ed essere rapidamente venduti: gli animali che mangiamo sono tutti cuccioli di qualche mese. Ciò significa che vengono dati loro anabolizzanti e cibi ipercalorici.

Tutti questi sono buoni motivi per evitare prodotti dell’industria zootecnica e casearia; ma a questo si aggiunge un motivo più ampio: si tratta delle industrie che maggiormente contribuiscono all’inquinamento del pianeta e al depauperamento delle risorse alimentari vegetali. Quindi riducendo questo tipo di prodotti contribuiamo a lasciare un’impronta ecologica sul nostro pianeta.

Cambiare stile di vita

Non tutte le famiglie possono permettersi di cambiare il luogo in cui vivono o lavorano; ma sarebbe raccomandabile passare con i figli il maggior numero possibile di ore all’aria aperta in luoghi non inquinati, e fare attività fisica all’aperto. È il movimento a favorire nel modo migliore la circolazione, il ricambio, la detossificazione dell’organismo, oltre a ridurre lo stress, che è un altro importante fattore nella vulnerabilità alle tossine ambientali.

Possiamo inoltre cambiare l’habitat indoor, cioè l’inquinamento casalingo: un fattore che viene enormemente sottovalutato e che invece incide molto più pesantemente di altri sulla salute individuale, dato che con le sostanze chimiche domestiche ci stiamo a contatto molto più a lungo. Ed ecco cosa possiamo fare per cambiare l’ambiente più vicino a noi:

  • a meno che non si viva in un’area altamente inquinata, arieggiare spesso gli ambienti, estate ed inverno;
  • non fumare e non permettere di fumare alle persone che vengono a casa nostra. I fumatori della famiglia dovrebbero farlo all’esterno dell’abitazione, e cambiarsi d’abito quando rientrano in casa, dato che le sostanze volatili che restano addosso dopo aver fumato (fumo di terza mano) si sono rivelate altrettanto tossiche per gli altri, specie i bambini;
  • Scegliere per l’arredamento materiali naturali e non resine sintetiche o truciolati (che sono tenuti insieme con resine e collanti tossici). Queste sostanze vengono purtroppo rilasciate lentamente nell’ambiente anche per anni. Lo stesso vale per le vernici delle pareti e dei mobili o per i materiali dei pavimenti;
  • Prediligere tessuti naturali e non trattati chimicamente (gli antipiega dei vestiti, le fibre sintetiche): oltre ad essere a contatto con la nostra pelle, quando vengono lavati rilasciano microplastiche e sostanze tossiche;
  • Evitare nelle attrezzature di cucina, e in ciò che viene a contatto con alimenti, materie plastiche o rivestimenti come il teflon delle padelle, i tegami di alluminio, i mestoli e i taglieri di plastica, le bottiglie di plastica, le pellicole di alluminio o plastica, e preferire il legno, l’inox, la ceramica, il vetro;
  • Utilizzare per igiene personale e cosmesi solo prodotti naturali (attenzione ai falsi “green” che hanno poi elenchi lunghissimi di sostanze chimiche in etichetta!);
  • Utilizzare detergenti privi il più possibile di chimica, per le superfici come per la lavastoviglie e il bucato; privilegiare prodotti totalmente biodegradabili e senza additivi;
  • Evitare soprattutto i profumatori ambientali e, nei prodotti per le pulizie e detersivi, le fragranze e i profumi sintetici (non lasciatevi ingannare dalla dicitura profumi naturali o con nomi di fiori: sono comunque sintetici, in caso contrario vengono indicati come essenze od oli essenziali). Tutto ciò che è indicato come parfum, profumo o fragranza è di sintesi. Queste molecole, altamente volatili e resistenti, sono create proprio per diffondersi il più possibile, non degradarsi e durare molto a lungo. Sono definite interferenti endocrini perché disturbano fortemente il nostro sistema neuro-endocrino-immunitario, alterando il funzionamento della tiroide e di altre ghiandole, causando reazioni autoimmuni, danni al sistema nervoso centrale, tumori e altri squilibri. Molte di queste sostanze vengono proibite dopo l’evidenza della loro tossicità, ma nel frattempo altre migliaia di nuove le sostituiscono. Si può vivere senza di loro!

Cambiare il mondo

Fare tutto ciò che è possibile per evitare sostanze nocive e proteggere la nostra famiglia dall’inquinamento va benissimo, ma non è che un atto difensivo. Ci sono altri livelli in ciò che possiamo fare, livelli più attivi e propositivi.

Questo mondo non ci piace? Cambiamolo!

Come lavoratori, abbiamo diritto ad operare in ambienti salubri e ad essere protetti da sostanze tossiche e pericolose. Tutti quanti, non solo le donne gravide e che allattano! Battiamoci perché questo diventi un diritto per tutti e non un privilegio limitato nel tempo e solamente ad alcuni soggetti.

Come consumatori, abbiamo un enorme potere di cambiare le cose, ed esserne consapevoli è già un primo passo. Evitare sistematicamente di comprare certi prodotti è qualcosa, ma ci sono altre possibilità, come le azioni di boicottaggio. Boicottare significa non soltanto fare scelte di consumi ben precise, ma anche far sapere alle aziende che non compriamo i loro prodotti, e perché lo facciamo. Per le aziende è molto importante seguire le tendenze dei consumatori, e quindi facendo controinformazione, petizioni, unendoci ad associazioni di consumatori in azioni collettive, possiamo davvero fare la differenza.

Che il latte materno venga contaminato dagli inquinanti è davvero un fatto intollerabile, ma chi ci suggerisce per questo motivo di non allattare sta di fatto colludendo con chi inquina il nostro mondo: non sta proteggendo madri e bambini, ma i responsabili della contaminazione ambientale. Preoccuparsi del latte contaminato significa guardare il dito e non la luna.

I nostri figli possono trarre un grande insegnamento da un comportamento non solo reattivo, ma anche proattivo nei confronti dell’ambiente. Diamo loro il buon esempio, adoperandoci per risanare il nostro mondo e consegnarlo a loro, sperando che sia in mani più consapevoli di coloro che ci hanno preceduto.

Usciamo dalla logica della paura, che ci spinge soltanto a cercare di sopravvivere, e cambiamo modo di vedere, riconnettiamoci a ciò che è davvero vitale in noi, nei nostri figli, e in ciò che ci circonda, animali, piante, habitat. Siamo tutti interconnessi e interdipendenti, un unico organismo, un’unica salute. Prendiamoci cura nutrendo, accudendo e rispettando, non solo noi e i nostri figli ma tutto il nostro mondo, nel senso più ampio del termine.

Antonella Sagone, 12 giugno 2021

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