È dannoso l’allattamento dopo il secondo anno?

È dannoso l’allattamento dopo il secondo anno?

La nostra specie, come quelle più strettamente imparentate a noi (i primati o scimmie antropomorfe), allatta i propri piccoli per un periodo di tempo che la natura ha previsto non in mesi ma in anni. Sono ormai note le raccomandazioni dell’OMS di allattare possibilmente almeno fino ai due anni, ma non tutti sanno che l’OMS stesso sottolinea che i benefici sono proporzionali alla durata e che non vi sono motivi per dubitare che vadano anche oltre il secondo anno di allattamento. Le perplessità e le critiche all’allattamento di un bambino più grande sono un fatto culturale in un contesto che per fortuna sta lentamente cambiando.

Un’ampia trattazione del tema si trova nel seguente articolo: Allattare: fino a quando?

Ecco in proposito il parere autorevole del prof. Riccardo Davanzo, Neonatologo, Formatore, Responsabile di unità operative, Presidente del Tavolo Tecnico sull’allattamento al seno del Ministero della Salute e pediatra di esperienza quarantennale sull’allattamento al seno.

In merito all’allattamento di lunga durata

“Sono stato interpellato da una madre per esprimere un giudizio rispetto al significato dell’allattamento al seno di lunga durata.

Come membro di diverse società scientifiche d’ambito materno-infantile nazionali ed internazionali (SIP, SIN, SIMP, UENPS e ISRHML) nonché per la mia qualifica di neonatologo-pediatra con oltre 40 anni di attività professionale, svolti per la maggior parte presso l’Istituto Materno-Infantile Burlo Garofolo di Trieste, anche con funzioni di responsabile di Unità Operativa Semplice e presso l’ASM di Matera come Direttore della Unità Operativa Complessa di Pediatria e Neonatologia e Direttore del Dipartimento Materno-Infantile, ho accettato volentieri questo invito.

Di seguito chiarisco alcuni concetti, utili a interpretare senza pregiudizi il significato dell’allattamento nell’ambito di una valutazione complessiva del caso.

Le autorità sanitarie internazionali (OMS. UNICEF) e nazionali (Ministero Salute, ISS) che si occupano di salute sono concordi nel riconoscere all’allattamento al seno molteplici effetti positivi su salute, economia, ambiente.

Anche il Tavolo Tecnico Allattamento (TAS) del Ministero della Salute, che presiedo dal 2012, in un documento specifico ha sottolineato come l’allattamento di lunga durata non possa e non debba essere inteso come oggetto di pregiudizi negativi (1).

In particolare l’OMS suggerisce di sostenere l’allattamento anche quando superi il 24° mese di vita.

Un comportamento di questo tipo trova solitamente l’intesa fra una madre (motivata) ed un bambino, che continua a richiedere l’accesso al seno a scopo prevalentemente relazionale.

Oggigiorno si allatta di più e più a lungo rispetto a decenni fa e la cultura popolare si sta adattando a questo nuovo comportamento, visto ingiustamente in passato e più raramente oggigiorno come “vizio” piuttosto che come naturale comportamento della coppia madre-bambino.

È comprensibile che taluni nell’ambito della società civile possano, condizionati da vecchi stereotipi, continuare ad incontrare difficoltà nell’accettare l’allattamento di lunga durata.

La medicina basata sulle evidenze scientifiche chiarisce però che l’allattamento di lunga durata non va ritenuto causa di disturbi neuro-comportamentali, del comportamento alimentare o psichiatrici come sostenuto, per fortuna sempre più raramente, da alcuni professionisti d’area piscologica e/o psichiatrica, ai quali afferiscono casi clinicamente molto selezionati, non rappresentativi dell’esperienza dell’universo delle donne che allattano a lungo i loro bambini.

Bisogna infatti distinguere fra le opinioni di professionisti pur esperti, che restano personali, magari proprie della scuola di formazione di provenienza se non addirittura autoreferenziali, dalle indicazioni che ci giungono dalle conoscenze scientifiche che attualmente in campo medico e sanitario sono accessibili da fonti accreditate rappresentate da pubblicazioni internazionali accreditate, revisionate da colleghi di fama internazionale, privi di conflitti di interesse.

Ebbene, sulla base della medicina basata sulle evidenze posso affermare che non vi è documentazione che l’allattamento di lunga sia in rapporto causale con eventuali disturbi infantili o relazionali, ma al contrario favorisca l’autoregolamentazione nell’introduzione del cibo e la prevenzione dell’obesità (2), migliori lo sviluppo neuro-cognitivo (3), il successo accademico (4), la socializzazione.

Certamente alcune rare volte problematiche relazionali possono associarsi, senza rapporto causale, all’allattamento di lunga durata, ma in questi casi bisogna osservare che questo ultimo mantiene il significato di semplice epifenomeno, ossia di un’accettabile modalità di gestione di un disagio la cui eziologia non dipende dall’allattare o meno al seno”.

Riferimenti bibliografici essenziali

  1. Tavolo tecnico operativo interdisciplinare per la promozione dell’allattamento al seno, Allattamento al seno oltre il primo anno di vita e benefici per lo sviluppo cognitivo, affettivo e relazionale del bambino (18 marzo 2014)
  2. Ortega-García JA, Kloosterman N, et al. Full Breastfeeding and Obesity in Children: A Prospective Study from Birth to 6 Years. Child Obes. 2018 Jul;14(5):327-337. doi: 10.1089/chi.2017.0335. Epub 2018 Jun 18. PMID: 29912590; PMCID: PMC6066191.
  3. Bar S, Milanaik R, Adesman A. Long-term neurodevelopmental benefits of breastfeeding. Curr Opin Pediatr. 2016 Aug;28(4):559-66. doi: 10.1097/MOP.0000000000000389. PMID: 27386975.
  4. Horta BL, de Sousa BA, de Mola CL. Breastfeeding and neurodevelopmental outcomes. Curr Opin Clin Nutr Metab Care. 2018 May;21(3):174-178. doi: 10.1097/MCO.0000000000000453. PMID: 29389723.

A disposizione per eventuali chiarimenti,

Dott. Riccardo Davanzo (MD, PhD), 9 agosto 2021

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