Misure antipandemiche: un ostacolo all'allattamento
Negli anni ‘80 era prassi comune separare il neonato dalla madre dopo la nascita per 24 ed anche 48 ore, e sono dopo questo periodo consentire di effettuare la prima poppata al seno. Non c’era alcuna motivazione scientifica di tale prassi, tranne una generica idea che la madre dovesse riposare dopo le fatiche del parto, e il bambino non avesse necessità di nutrirsi il primo giorno di vita, perché ancora “sazio” del nutrimento ricevuto nel grembo materno.
Ci sono voluti molti anni di lotte e di duro lavoro per cambiare una cultura che non teneva in nessun conto né la fisiologia, né il sacrosanto bisogno di intimità e tenerezza di madre e bambino, di ricomporre la separazione subita dopo il parto.
In particolare per l’allattamento al seno è cruciale effettuare immediatamente il primo contatto pelle a pelle fra madre e neonato, favorendo il verificarsi della prima poppata al seno entro la prima ora dal parto.
Sebbene questo spesso non si verifichi ancora nei nostri ospedali, nessuno più si azzarda a sostenere che il bambino debba essere tenuto separato dalla mamma per giorni.
Con la dichiarazione di emergenza pandemica, tuttavia, queste faticose conquiste sono state frettolosamente accantonate in favore di una presunta maggiore sicurezza del bambino, senza che tali provvedimenti fossero supportati da studi medici e nemmeno dalle raccomandazioni dell’OMS e degli organismi sanitari nazionali, che raccomandavano l’allattamento e la non separazione del neonato dalla madre persino nel caso che quest’ultima risultasse positiva al virus; un tema che abbiamo già ampiamente discusso al primo insorgere dell’emergenza in questo articolo.
I protocolli applicati hanno spesso introdotto una separazione immediata fra madre e neonato e la dilazione dell’allattamento, fino alla risposta dei test di laboratorio per l’accertamento della non positività della madre alla SARS CoVi2. Spesso non è stato nemmeno concesso alla madre, separata dal suo bambino, di fargli avere il suo latte tirato. In caso di positività, poi, è stata imposta la separazione anche per periodi prolungati… proprio come ai vecchi tempi!
Questo ha creato un danno impedendo al bambino di godere degli immensi benefici protettivi del latte della sua mamma, anche proprio ai fini di prevenire l’infezione da SARS CoVi2 (per approfondire, leggere questo studio).
Ma i danni non sono stati solamente immediati, ma hanno causato un impatto negativo su tutto l’andamento futuro dell’allattamento, che dopo un mese, in questo studio condotto in USA; risultava produrre tassi inferiori di allattamento al seno (esclusivo e anche parziale) rispetto al periodo pre-covid: un danno significativo per il suo impatto sulla salute anche a lungo termine di madre e bambino, per altro a seguito di protocolli inappropriati e ormai anche superati dall’evolversi degli eventi.
Il testo integrale(in inglese) dello studio può essere letto qui.